Dalla prigione all’ospedale. Lo sciopero della fame condotto dal 31 luglio da Ousmane Sonko, il 49enne leader dell’opposizione senegalese, ha portato a un deterioramento della sua salute tale da richiedere il ricovero d’urgenza in un ospedale di Dakar.
È quanto possibile leggere in un comunicato di Pastef, il partito da lui fondato nel 2014 e sciolto dalle autorità senegalesi la settimana scorsa per i suoi appelli a «movimenti insurrezionali», nelle parole del ministro degli interni del Senegal.
Sonko aveva lanciato lo sciopero della fame per protestare contro quella che vede come un accanimento giudiziario nei suoi confronti volto ad eliminarlo dalla competizione elettorale.
Dopo due condanne nel giro di tre mesi per diffamazione e corruzione della gioventù, è stato di nuovo arrestato e messo in custodia cautelare con otto nuovi capi di accusa, tra cui quella di attentato alla sicurezza dello stato.
Dal suo letto d’ospedale, ha segnalato ai suoi avvocati che intende continuare con lo sciopero della fame, ma ha invitato i detenuti a «cessare questa forma di resistenza». Un contrordine rispetto a quanto aveva richiesto di fare lui stesso la settimana scorsa, come mezzo di pressione contro il governo.
Il giornalista Pape Alé Niang ancora sotto custodia
Tra le persone in stato d’arresto che avevano seguito il suo appello, spicca il giornalista Pape Alé Niang. Il direttore del quotidiano Dakar Matin era finito sotto custodia cautelare il 29 luglio per «appello all’insurrezione» a seguito di un video pubblicato in diretta sui canali social, in cui criticava le autorità statali per l’arresto di Sonko, avvenuto il giorno prima.
Diang era stato già arrestato nel novembre e nel dicembre 2022 con l’accusa di aver «divulgato informazioni suscettibili a nuocere alla difesa nazionale» e aver «disseminato false informazioni» in una ricostruzione del caso Sonko. Anche allora era ricorso allo sciopero della fame. Era stato liberato in gennaio e posto in uno stato di stretto controllo giudiziario.