8.406 persone su 105.909. Solo l’8% degli sbarchi in Italia è avvenuto tramite i soccorsi delle navi ong.
E a queste navi spesso il governo ha fatto ricorso in diverse occasioni, per chiedere interventi di supporto per salvare uomini, donne, bambine e bambini che solcano il Mediterraneo per arrivare verso la porta d’Europa, l’Italia.
Tra le navi chiamate all’aiuto anche l’Open Arms che, su richiesta della guardia costiera italiana, il 6 luglio, è stata coordinata per ben 6 operazioni di salvataggio in 24 ore.
Open Arms che ora, insieme alla Sea-Eye 4 e alla Aurora Sar della Sea-Watch, ha un blocco amministrativo di 20 giorni, cui si aggiunge una multa di 10mila euro per aver svolto “salvataggi multipli”.
Sono quindi tre, in tre giorni, le navi fermate dal governo Meloni. Due per aver fatto più soccorsi, una per aver violato l’assegnazione del porto.
All’Aurora sar era stato infatti assegnato dal Viminale il porto di Trapani.
Ma il comandante, vista la mancanza di benzina e acqua e la presenza di 72 persone già provate dalla traversata (tre quelle svenute per il gran caldo e gli spazi ristretti di un’imbarcazione lunga 14 metri ma larga solo 5), aveva optato per la più vicina Lampedusa.
Anche perché il ministero dell’interno aveva dato come alternativa Tunisi, che (nonostante i rimpatri avvengano come se niente accada in Tunisia rispetto ai diritti umani) è stato considerato dal capitano un porto non sicuro.
Diversa la situazione di Open arms e Sea-eye 4, cui vengono contestati “salvataggi multipli” non autorizzati dal Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano.
La prima, mentre si stava dirigendo al porto di Marina di Carrara, assegnato dal Viminale, ha soccorso un gommone con 132 persone a bordo. È arrivata così in porto con 196 migranti.
Identica storia per la seconda, arrivata a Salerno con 114 persone e intervenuta a prestar soccorso, dopo l’assegnazione del porto, ad altre due imbarcazioni in stato di difficoltà nelle zone Sar libiche e maltesi.
Ritorna stranamente in auge il decreto Piantedosi di gennaio, dimenticato per tutta l’estate, soprattutto all’indomani delle polemiche sul mancato salvataggio che ha provocato la strage di Cutro.