Paul Kagame, presidente del Rwanda e maniaco del controllo sociale, ora si spinge a criticare il pellegrinaggio mariano che si svolge dall’inizio degli anni ’80 a Kibeho.
Le prima apparizioni mariane risalgono al 1981 e sono state riconosciute dalla Chiesa nel 2001.
Il 15 agosto scorso, festa dell’assunzione di Maria, 20mila pellegrini, una parte arrivati anche a piedi, hanno assistito alla messa al santuario di Kibeho.
Il 23 agosto scorso, durante un convegno con una platea di giovani, Kagame ha definito il pellegrinaggio «orribile».
E ha aggiunto: «Se sento ancora che delle persone si mettono in cammino per venerare la povertà, le farò sbattere in prigione e ci resteranno finché non avranno più questa mentalità legata alla povertà».
Il presidente, lui stesso cattolico, deve aver dimenticato che la povertà ha un qualche ruolo nel vangelo…
E anche se il suo portavoce ha cercato di tamponare, dicendo che Kagame non si riferiva a Kibeho, quello che deve aver urtato il presidente-padrone – al potere dal 1994 – è che questa faccenda della povertà non collima con l’asse portate del programma (e della propaganda) del suo governo che inneggia allo sviluppo e alla modernizzazione.
Finora la Conferenza episcopale rwandese non ha reagito. Ma fonti locali dicono che la Chiesa sta mettendo a punto un progetto di circa 3 milioni di euro per ingrandire, potremmo dire ammodernare, il luogo del pellegrinaggio.