Negli ultimi tre anni sono stati rovesciati otto governi nei Paesi dell’Africa francofona.
Un gruppo di ex colonie francesi, che hanno già avuto problemi di golpe in passato, è caduto ancora una volta in ripetuti colpi di stato.
L’aggiunta del Gabon all’elenco dei recidivi allarmerà i detentori di lungo corso come il camerunense Paul Biya. Ciò che contestano i golpisti ai vari governi in carica è l’incapacità di diffondere la ricchezza nazionale al di là di una piccola manciata di famiglie e l’incapacità in alcuni casi di combattere efficacemente i terroristi jihadisti.
Di fatto in Africa occidentale e centrale è caduta la reputazione di “cintura dei colpi di Stato”: la persistente insicurezza e la corruzione hanno aperto la porta ai leader militari.
Ma quali sono questi governi caduti dal 2020 nelle mani dei militari?
GABON – agosto 2023
Un gruppo di alti ufficiali militari ha annunciato il 30 agosto alla televisione nazionale di aver preso il potere e di aver annullato i risultati delle elezioni, pochi minuti dopo che il presidente Ali Bongo era stato dichiarato vincitore di un terzo mandato.
Il gruppo, che si fa chiamare Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni, ha dichiarato che le elezioni del 26 agosto non erano credibili e che il Gabon si trovava ad affrontare una «grave crisi istituzionale, politica, economica e sociale». Il Comitato ha nominato il generale Brice Oligui Nguema come leader di transizione
La famiglia (padre e figlio) hanno gestito il potere gabonese per 56 anni
NIGER – luglio 2023
Il 26 luglio, i soldati della guardia presidenziale hanno barricato il presidente Mohamed Bazoum nel suo palazzo e gli hanno dato un ultimatum.
Il colpo di Stato ha sorpreso la comunità internazionale, che riteneva il Niger il più sicuro tra i paesi saheliani vulnerabili, con un esercito ben organizzato e finanziato.
Giorni dopo il putsch, la giunta ha dichiarato il capo della guardia presidenziale, Abdourahamane Tiani, nuovo capo di stato, sollevando preoccupazioni per la sicurezza di una regione in cui il Niger è stato un alleato chiave delle potenze occidentali che cercano di contenere le insurrezioni di gruppi legati ad al-Qaida e allo Stato islamico.
L’organismo regionale della Cedeao ha inizialmente minacciato un’azione militare. Al momento resta solo una minaccia. Il presidente Bazoum rimane prigioniero.
BURKINA FASO – gennaio 2022 + settembre 2022
Il presidente del Burkina Faso Roch Kabore è stato rovesciato dai soldati che lo accusavano di non aver messo in sicurezza il paese contro i terroristi islamisti.
Al suo posto si è insediato il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba che a fine settembre è stato a sua volta “spodestato” da un altro colpo di stato militare guidato dal capitano dell’esercito Ibrahim Traore e sciolto governo e Costituzione.
GUINEA – 20 settembre 2021. L’anziano presidente Alpha Condé è stato cacciato dal comandante delle forze speciali, il colonnello Mamady Doumbouya.
Un anno prima, Condé aveva cambiato la Costituzione per aggirare i limiti che gli avrebbero impedito di candidarsi per un terzo mandato, scatenando rivolte diffuse.
CIAD – Aprile 2021
Combattendo per respingere la minaccia dei ribelli al suo regime, il presidente Idriss Déby viene ucciso in prima linea. Secondo la legge ciadiana doveva essere lo speaker del parlamento a diventare presidente ad interim. Ma un consiglio militare è intervenuto e ha sciolto il parlamento in nome della stabilità. Il figlio di Deby, il generale Mahamat Idriss Deby, è stato nominato presidente ad interim e incaricato di supervisionare una transizione di 18 mesi verso le elezioni. Il trasferimento incostituzionale dei poteri ha provocato disordini nella capitale N’Djamena che sono stati sedati dai militari.
MALI – agosto 2020 + maggio 2021
Con il presidente Ibrahim Boubacar Keita accusato di corruzione e di non aver messo in sicurezza il nord, un gruppo di colonnelli dell’esercito guidati da Assimi Goita è intervenuto per sollevarlo dall’incarico. In seguito al colpo di stato Goita è diventato vicepresidente. In maggio, dopo un altro putsch, Goita ha preso il potere tutto per sé Dopo un secondo colpo di Stato, Goita ha preso la presidenza per sé.
Dopo le pressioni dell’organismo regionale Cedeao e un accordo per la sospensione delle sanzioni, il Mali dovrebbe tenere le elezioni presidenziali nel maggio 2024. Ma con i militari al potere nulla è certo.