Oltre 700mila bambini e ragazzi nelle due regioni nord-occidentale e sud-occidentale di lingua inglese del Camerun (paese francofono), da sette anni a questa parte, cioè da quando è iniziato il conflitto tra o separatisti e il governo camerunese, non hanno potuto frequentare la scuola e proseguire la loro educazione.
Ora, con l’inizio del nuovo anno scolastico, i programmi di insegnamento sono nuovamente a rischio. Nel conflitto che punta a creare uno stato anglofono indipendente chiamato Ambazonia, infatti, i separatisti prendono di mira le famiglie che non rispettano le loro richieste di boicottaggio della scuola.
Secondo Human Rights Watch, gli attacchi alle scuole oltre che ad altre infrastrutture, sono stati finora «sistematici e diffusi», e hanno provocato la morte o il rapimento di studenti e insegnanti, nonché la distruzione di vari edifici scolastici. In un rapporto pubblicato nel dicembre 2021, i ripetuti attacchi e il peggioramento della situazione generale di insicurezza hanno portato alla la chiusura di due terzi delle scuole nelle due regioni, negando appunto migliaia di studenti l’accesso all’istruzione.
Ora i leader religiosi cattolici, protestanti e musulmani esortano i genitori a superare le loro paure e a mandare nuovamente a scuola i bambini. La campagna interreligiosa, intitolata “Più forti e migliori insieme”, chiede inoltre al governo di garantire che i bambini possano frequentare la scuola in sicurezza.
«I bambini devono tornare a scuola. L’istruzione è il miglior modo per garantire un futuro al nostro paese e per promuovere l’unità e il benessere delle famiglie», ha dichiarato mons. Andrew Nkea Fuanya, arcivescovo cattolico di Bamenda, capoluogo della regione del Nord-Ovest. L’arcivescovo, che è anche a capo della Conferenza episcopale del Camerun, ha ribadito che l’istruzione è un «diritto fondamentale».
Anche mons. George Nkuo, il vescovo di Kumbo, focolaio di violenza separatista, si è rivolto direttamente a coloro che attuano il boicottaggio scolastico. «Per favore, lasciate che i nostri figli tornino a scuola» ha implorato.
Il moderatore della Chiesa presbiteriana, Fonki Samuel Forba, ha insistito su un punto: «Nessuno ha il diritto di negare ai nostri figli la possibilità di istruirsi». E ha esortato i genitori e il governo a lavorare insieme per difendere questo diritto.
Il reverendo Charlemagne Nditemeh, della Convenzione battista, ha aggiunto: «Dobbiamo creare un ambiente favorevole in cui i bambini possano andare a scuola pacificamente garantendo la loro incolumità».
I separatisti hanno detto che solo le scuole private e missionarie potranno funzionare. Mentre tutte le scuole statali sono vietate in Ambazonia, come ha rimarcato il separatista Daniel, presidente della Ambazonia People’s Rights Advocacy Platform e comandante in capo delle Ambazonia Dark Forces – uno dei gruppi armati che operano nelle regioni di lingua inglese.
I separatisti si oppongono alle lezioni impartite in francese nell’ambito del programma di studio deciso dal governo centrale. Il boicottaggio è una forma di pressione per indurre il governo ad accettare le loro richieste.
In passato Amnesty International ha denunciato «atrocità» commesse da entrambe le parti nel “conflitto anglofono” del Camerun.