Sta tenendo aperte più porte il generale Brice Oligui Nguema che il 30 agosto ha defenestrato il presidente Ali Bongo e lunedì scorso ha giurato come presidente della transizione (che dovrebbe portare al voto, ma la cui durata non è stata ancora indicata).
Ieri si è incontrato con l’oppositore Albert Ondo Ossa, che considera truccate le presidenziali del 26 agosto – ha ottenuto il 30% dei consensi – e che ha chiesto ai militari golpisti il riconteggio dei voti.
Ma la giunta militare ha dichiarato l’annullamento del voto ed è certamente questo uno degli argomenti che avranno affrontato Nguema e Ossa. E, ammesso che il voto sia archiviato, un altro tema di discussione sarà stato la composizione del governo di transizione: una partecipazione di elementi dell’opposizione potrebbe essere il segnale che Ossa dà un po’ di credito ai militari.
Certo un abboccamento non è semplice. Anche perché il leader dell’opposizione ha definito il golpe «una rivoluzione di palazzo», utile a perpetuare il sistema della dinastia Bongo, e ha ricordato che il generale Nguema è un cugino di Ali Bongo.
Sempre nella giornata di ieri il generale Nguema ha incontrato il presidente della Repubblica Centrafricana, Archange Touadéra, inviato a Libreville dalla Comunità economica degli stati dell’Africa centrale (Ceeac/Eccas) in veste di «facilitatore del processo politico».
La Ceeac, che ha sospeso il Gabon e chiede «un rapido ritorno all’ordine costituzionale», non ha finora deciso di comminare sanzioni economiche né ha prefigurato interventi militari.