Gli Stati Uniti stanno riposizionando le loro truppe (1.100 uomini) in Niger. È in atto uno spostamento di uomini e mezzi dalla base aerea 101 della capitale Niamey alla base aerea 201 di Agadez al centro del paese.
La portavoce del dipartimento della difesa ha detto che si tratta di «una misura precauzionale», in quanto «non ci sono minacce immediate per il nostro personale».
Il dispositivo militare Usa, attivo da una ventina d’anni, ha il compito di supportare l’esercito nigerino nel tentativo di arginare i gruppi jihadisti.
Dopo il colpo di stato del 26 luglio che ha deposto il presidente Mohamed Bazoum (agli arresti domiciliari), la diplomazia Usa ha richiamato il personale non essenziale della sua ambasciata a Niamey. Ma sembra confidare in una ricomposizione diplomatica del golpe, tramite la Comunità economica degli stato dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas).
E finora gli Usa non hanno avuto tensioni particolari con la giunta militare del generale Abdourahamane Tiani.
Tensioni che invece hanno le truppe francesi, 1.500 uomini, anch’esse impegnate nella lotta anti jihadista. I militari golpisti considerano carta straccia gli accordi militari in essere tra Parigi e Niamey, hanno ordinato alla Francia di ritirare le sue forze e hanno espulso l’ambasciatore.
La Francia ha risposto che considera legittimo il governo Bazoum e ha mantenuto al suo posto l’ambasciatore. Uno stallo che non può durare a lungo.