Da quattro giorni il giornalista Stanis Bujakera, corrispondente del settimanale francese Jeune Afrique e dell’agenzia Reuters, è agli arresti a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo.
Lo si accusa di «diffondere false informazioni» sull’assassinio, avvenuto il 13 luglio, dell’ex ministro Chérubin Okende, parlamentare e personaggio politico dell’opposizione al governo di Félix Tshisekedi e vicino a Moise Katumbi che è candidato alle presidenziali del 20 dicembre.
L’arresto è da mettere in relazione a un articolo, pubblicato a fine agosto da Jeune Afrique, nel quale si sostiene che dietro l’omicidio di Okenge, ucciso a colpi di arma da fuoco mentre si trovare nella sua auto, ci sono il servizi segreti militari. L’inchiesta sull’omicidio è ancora aperta.
La fonte dell’articolo, che non era firmato da Stanis Bujakera, era una nota confidenziale dei servizi segreti civili (Anr), nota che le autorità congolesi hanno in seguito definito falsa.
Il giornalista, fermato dalla polizia la sera di venerdì 8 settembre all’aeroporto NDjili di Kinshasa, è ora a disposizione del magistrato inquirente.
Reporters sans Frontières e l’associazione dei corrispondenti della stampa internazionale in Rd Congo hanno chiesto l’immediata scarcerazione e la restituzione dei suoi due telefoni e del computer portatile, confiscati dalla polizia.
Una delegazione di giornalisti ha incontrato il ministro della comunicazione, Patrick Muyaya, e gli hanno chiesto di interessarsi alla vicenda.
Numerose ambasciate – Belgio, Francia, Stati Uniti, Svizzera, Francia, Unione europea – si sono dette preoccupate dell’arresto che avviene a tre mesi dalle elezioni generali.