Ieri, al suo arrivo in Uganda, all’aeroporto internazionale di Entebbe, nella capitale Kampala, il leader dell’opposizione Robert Kyagulanyi, alias Bobi Wine, è stato prelevato con la forza da uomini della sicurezza, caricato su un’auto e portato nella sua casa a Magere, a una cinquantina di chilometri di distanza.
Courtesy video recorded at the time of the violent arrest of President @HEBobiwine by the regime operatives at the Entebbe Airport. pic.twitter.com/6edSt0m4mT
— National Unity Platform (@NUP_Ug) October 5, 2023
Giunto a destinazione, Wine ha denunciato, tramite un post sulla piattaforma X (ex Twitter), di essere di fatto posto agli arresti domiciliari, visto che la polizia aveva circondato la sua casa, impedendo alle persone di entrarvi per fargli visita.
Our home is still surrounded by the police and military. They have blocked most of our people from entering to greet us. Earlier, they were firing teargas and live bullets to disperse them. I am effectively under house arrest. A criminal regime in panic. pic.twitter.com/e0Q9eZ3kLQ
— BOBI WINE (@HEBobiwine) October 5, 2023
I suoi sostenitori avevano programmato di accoglierlo all’aeroporto e scortarlo fino alla sua abitazione con una “grande marcia da un milione” di persone, che però la polizia aveva vietato.
In previsione del suo rientro in Uganda al termine di un tour che lo ha portato in diversi paesi, tra cui Canada e Sudafrica, soldati e altre forze di sicurezza erano stati schierati sulle strade che portano all’aeroporto sin dalle prime ore di ieri mattina, ma anche fuori dagli uffici del suo partito, la Piattaforma di unità nazionale (National Unity Platform – NUP), a Kampala.
Funzionari del NUP hanno denunciato arresti e detenzioni arbitrarie di oltre 300 dei loro sostenitori in varie località, prima dell’arrivo di Wine. Che sul suo profilo su X parla anche del sequestro del parlamentare Charles Matovu, “uno delle centinaia di nostri leader e sostenitori che sono ancora in detenzione con le ridicole accuse di aver pianificato di accogliermi all’aeroporto”, scrive Kyagulanyi.
La repressione non ha risparmiato nemmeno la stampa, accorsa per documentare il rientro dell’oppositore. Più di una dozzina di giornalisti ugandesi che attendevano all’esterno dell’aeroporto sono stati aggrediti da agenti di sicurezza che hanno vandalizzato le loro attrezzature. 14 di loro sono stati arrestai e in seguito rilasciati.
Questa mattina, ancora con un post su X, Wine ha anche denunciato il sequestro, da parte di agenti della sicurezza, del giornalista Ssesanga Batte. “Uno dei tanti altri rapiti dagli agenti dell’intelligence militare (CMI) e criminale negli ultimi giorni”.
Ssesanga Batte, formerly a journalist with BBS was abducted by security operatives moving in a drone two days ago. Up to now, his whereabouts remain unknown! He is one of so many others abducted by CMI and Crime Intelligence rogue operatives over these past few days. Bring Back… pic.twitter.com/lImlgYvFKl
— BOBI WINE (@HEBobiwine) October 6, 2023
Adducendo problemi di ordine pubblico, il mese scorso la polizia ha vietato in tutto il paese le manifestazioni del NUP, dopo che il suo leader era stato accusato di aver rilasciato dichiarazioni “settarie” e di “minacciare la pace e l’unità degli ugandesi”.
Un divieto che Wine ha subito sfidato, invitando i suoi sostenitori a manifestare pacificamente contro il regime del presidente Yoweri Museveni, al potere dal 1986, riconfermato a gennaio del 2021 in un’elezione – definita dall’opposizione “una farsa” – caratterizzata da un feroce aumento della repressione e da un deterioramento dei diritti umani senza precedenti.