È stata una cerimonia sfarzosa, sotto il cielo di Abidjan, quella che ha dato alla luce i sei gironi della prossima Coppa d’Africa, in programma in Costa d’Avorio dal 13 gennaio all’11 febbraio del 2024.
Nessuna matricola, per la prima volta dal 2015. In compenso, però, non mancano i grandi ritorni, come quelli di Mozambico e Zambia: i Wamba non prendevano parte alla kermesse dal lontano 2010. I Chipolopolo, protagonisti nel 2012 di una cavalcata finita nei libri di storia, invece, avevano saltato le ultime tre edizioni della CAN.
Insomma, in Costa d’Avorio sarà presente tutta la nobiltà del calcio africano, comprese 12 ex detentrici del trofeo.
Il gruppo della morte è sicuramente quello C, con i campioni in carica del Senegal, i cinque volte campioni d’Africa del Camerun, la Guinea e la rivelazione Gambia a lottare per due posti (+1) disponibili.
I Leoni Indomabili sono stati una delle ultime big a staccare il pass per la fase finale, centrando la ventesima partecipazione della loro storia solo dopo la decisiva sfida con il Burundi.
Molto più semplice, invece, il cammino dei campioni in carica del Senegal, tanto da potersi permettere di schierare le seconde linee nell’ultima giornata delle eliminatorie con il Rwanda.
Occhio anche al Gambia. Gli Scorpioni, rivelazione dell’ultima edizione, hanno raggiunto la qualificazione in extremis dopo aver rimontato due reti nei minuti finali al Congo-Brazzaville, con la rete decisiva di Badamosi arrivata ampiamente dopo il 90′.
Nessuno, però, aveva voglia di festeggiare alla fine dell’incontro. La gara, infatti, si è giocata sul neutro di Marrakesh, in una città appena devastata da una scossa di magnitudo 6.8, che ha causato oltre 3mila morti. «Non riesco ancora a festeggiare come vorrei perché non riesco ancora a credere a quello che è successo», ha dichiarato Omar Colley, il capitano ex Sampdoria, ancora scioccato per l’accaduto.
Non ci dovrebbero essere problemi invece per Costa d’Avorio e Nigeria. I padroni di casa, così come la Nigeria di Victor Osimhen, capocannoniere delle qualificazioni con 10 reti all’attivo, dovrebbero avere vita facile nel gruppo A con Guinea Equatoriale e Guinea-Bissau.
Stessa sorte per Egitto e Ghana, pronte a dare vita, nel gruppo B, al remake dello spareggio di qualificazione verso Brasile 2014.
Né Capo Verde, né Mozambico, di ritorno nel tabellone principale dopo quattordici anni, sembrano in grado di poter impensierire Black Stars e Faraoni, che hanno vinto il torneo 7 sette volte (record) e sono la squadra più presente della storia (26 partecipazioni su 34 edizioni disputate).
L’urna sembra aver spalancato un’autostrada verso la fase ad eliminazione diretta anche ad Algeria, Tunisia, Mali e Marocco.
Non mancano gli affascinanti incroci con la storia: le Volpi del Deserto sfideranno il Burkina Faso, avversario già affrontato e battuto negli spareggi mondiali verso Brasile 2014.
Più recente invece il precedente tra Tunisia e Mali, leader designate del gruppo E: si sono affrontate qualche mese fa negli spareggi iridati verso Qatar 2022, con le Aquile di Cartagine che hanno prevalso su quelle di Bamako, volando alla prima Coppa del Mondo invernale (per l’emisfero boreale) della storia.
Stessa, identica cosa accaduta a Marocco e Repubblica democratica del Congo, pronte a contendersi il primato del gruppo F dopo essersi affrontate nei barrage verso il torneo qatariota.
Il primo passo, per i Leoni dell’Atlante, di una cavalcata che li ha condotti sino alle semifinali iridate, consegnandoli alla storia del calcio africano (la prima nazionale targata CAF a riuscire in questa impresa).
Emittente cercasi
Un elemento di preoccupazione, però, si aggira nei salotti della CAF, il governo del calcio africano.
Dopo il problema meteorologico (legato ai timori per la stagione delle piogge in Costa d’Avorio) – risolta anticipando la kermesse di qualche mese – a destare qualche paura è la questione relativa alla copertura televisiva dell’evento.
Recentemente, infatti, la CAF ha sbattuto i pugni sul tavolo, decidendo di rescindere il suo contratto di trasmissione con beIN Sports, la principale emittente di calcio africano in 24 paesi del Nord e del Sud del continente, Medio Oriente, Asia, Francia e Stati Uniti.
Alla base, come sempre, questioni di natura economica. La CAF accusa l’emittente qatariota di inadempienze contrattuali, denunciando il mancato versamento di una somma stimata in circa 80 milioni di euro.
Nel 2017, infatti, i due contraenti avevano firmato un contratto di dodici anni del valore di 415 milioni di dollari, circa 387 milioni di euro.
Questa situazione non lascia tranquilli gli appassionati, ma difficilmente lo schermo rimarrà nero durante la competizione. Basta guardarsi indietro.
Non è la prima volta, dopotutto, che la CAF rompe un importante contratto con una delle sue emittenti. Nel 2019 aveva già rescisso l’accordo con Lagardère Sports.
Poi, però, era subito corsa ai ripari, trovando altre emittenti e assicurando la copertura televisiva della competizione regina del calcio africano. Tutti si augurano che adesso accada la stessa cosa.