Il sostegno dell'Algeria alla Palestina passa anche dal pallone
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Il paese nordafricano ospiterà le prossime partite della nazionale dopo una richiesta della federazione palestinese
Il sostegno dell’Algeria alla Palestina passa anche dal pallone
17 Ottobre 2023
Articolo di Redazione
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La nazionale di calcio della Palestina

Il sostegno dell’Algeria alla Palestina colpita dal conflitto in corso fra le milizie di Hamas e Israele passa anche dal pallone.

In una nota la Federcalcio di Algeri ha reso noto di «aver deciso di ospitare in Algeria tutte le partite ufficiali e non ufficiali della squadra di calcio palestinese per le qualificazioni alla Coppa del mondo 2026 e alla Coppa delle nazioni asiatiche 2027, e a coprire tutti i costi relativi a questi eventi». L’iniziativa segue un’esplicita richiesta in questo senso del presidente della federcalcio palestinese, Jibril Rajoub.

Stando a quanto affermato dal presidente dell’organismo calcistico algerino Walid Sadi, la prima partita ufficiale a giocarsi nel paese nordafricano dovrebbe essere Palestina-Australia, in calendario  il prossimo 21 novembre. L’accordo fra le due federazioni deve essere ora approvata dalla FIFA.

Lo stadio dove gioca la nazionale palestinese si trova in Cisgiordania, uno dei territori palestinesi occupati epicentro di decenni di tensioni ma finora non oggetto dei bombardamenti delle forze armate israeliane. La Confederazione calcistica dell’Asia ha comunque chiesto ai dirigenti palestinesi che la partita contro l’Australia venisse giocata in campo neutro.

Il prossimo 16 novembre la nazionale palestinese giocherà invece negli Emirati Arabi Uniti la prima partita per le qualificazioni ai mondiali, prevista in trasferta contro il Libano.

Anche i match di Israele contro Svizzera e Kosovo, inizialmente fissati la settimana scorsa nell’ambito delle qualificazione agli Europei del 2024, sono stati rinviati a causa del conflitto.

La decisione del calcio algerino è solo l’ultimo gesto di solidarietà e supporto alla Palestina partito dal paese. Nel corso di una riunione dell’alto consiglio di sicurezza presieduta dal capo dello stato Abdelmadjid Tebboune che si è svolta ieri, si apprende dal quotidiano locale El Moudjahid, l’Algeria ha «riaffermato il suo rifiuto» del «genocidio sistemico commesso dalle forze di occupazione israeliane nei territori palestinesi occupati» e la «piena solidarietà al fraterno popolo palestinese».

La postura dei governi nordafricani 

Nel fine settimana milioni di persone sono scese in strada in tutto il mondo per manifestare il loro sostegno al popolo palestinese. Cortei si sono tenuti anche ad Algeri, Rabat e Tunisi. I governi nordafricani hanno adottato posture diverse rispetto a quanto sta avvenendo a Gaza.

La Tunisia ha espresso il suo sostegno al popolo palestinese, inviando anche aiuti umanitari, e ha esortato la comunità internazionale e l’Unione Europea in modo particolare a impegnarsi per mettere fine ai bombardamenti israeliani. Il Marocco, che ha normalizzato le relazioni diplomatiche con Tel Aviv tre anni fa, e l’Egitto del presidente Abdel Fattah al-Sisi, a capo di uno degli esecutivi ritenuto fra i  più vicini a Israele nella storia egiziana recente, hanno reagito in modo decisamente più cauto.

L’ultima violenta fase del conflitto israelo-palestinese, che prosegue da circa 80 anni, è divampata dopo che due settimane fa il partito-milizia di Hamas e altri gruppi armati di base in Palestina hanno lanciato un’inedita offensiva via terra e via aria contro Israele.

Le forze armate di Tel Aviv hanno quindi iniziato a bombardare la Striscia di Gaza e hanno poi circondato e assediato l’area, tagliando praticamente tutti gli approvvigionamenti dei beni essenziali alla popolazione, circa due milioni di persone. Israele, che secondo diversi media starebbe per lanciare anche un’offensiva via terra, non permette l’ingresso a Gaza di aiuti umanitari.

Secondo il ministero della salute palestinese le vittime dei bombardamenti, che proseguono tuttora, sono oltre 2.800. Circa 11mila i feriti secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Le vittime israeliane delle ostilità sono invece circa 1.300, stando ai dati di Tel Aviv. Oltre 3.600 i feriti.

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