In Sudafrica decine di migliaia di studenti universitari economicamente vulnerabili sono rimasti senza borse di studio mentre l’ente governativo che dovrebbe erogarle, il National Student Financial Aid Scheme (NSFAS), è scosso da uno scandalo connesso alla sparizione di milioni di fondi pubblici.
Lo NSFAS è stato istituito nel 1996 e cade sotto l’egida del ministero dell’istruzione superiore. L’iniziativa ha lo scopo di sostenere negli studi universitari quei giovani cittadini che dispongano di un reddito inferiore a una certa soglia. Per dieci mesi i beneficiari ricevono circa 1650 rand al mese, pari a 84 euro.
Gli studenti interessati dal programma dovrebbero essere circa 1,1 milioni in tutto il paese fra quelli iscritti nelle università e quelli che frequentano i college noti come Technical Vocational Education and Training (TVET). Questi ultimi sono degli istituti pubblici per la formazione professionale. In tutto il fondo gestisce circa 47 miliardi di rand, pari a circa 2,3 miliardi di euro.
La borsa di studio serve a pagare le tasse e le spese di iscrizione oltre che a coprire parte dei costi di vitto e alloggio.
Secondo quanto riporta il quotidiano locale Times, nel mese di novembre solo 240mila persone iscritte all’università hanno ricevuto il supporto fornito dall’ente statale. A ottobre erano stati circa 360mila.
La mancanza di questi aiuti economici costituisce un problema molto serio per diversi studenti. In settimana le autorità e il consiglio degli studenti dell’università di Limpopo, nell’omonima provincia settentrionale, si sono visti costretti a consegnare oltre 2mila cesti alimentari a giovani in difficoltà. Come evidenziato da diverse delle persone ascoltate, in questo periodo si svolgono anche gli esami e riuscire a mangiare con regolarità durante la giornata è ancora più importante per potersi concentrare e studiare.
Amministratore delegato licenziato
Non è la prima volta che lo NSFAS non riesce a erogare i pagamenti in tempo o a coprire le necessità di tutti gli studenti. Questa volta però i ritardi e gli ammanchi giungono nel pieno di uno scandalo di corruzione che ha portato al licenziamento dell’amministratore delegato dell’ente, Andile Nongogo, e all’annuncio della cessazione dei contratti con le quattro società di servizi digitali che si occupavano di effettuare i pagamenti.
Da luglio di quest’anno infatti lo NSFAS aveva cambiato la sua modalità di pagamento: i soldi non venivano più inviati agli atenei e agli istituti, che poi lo giravano agli studenti, ma spediti direttamente sui conti dei ragazzi tramite quattro società sudafricane selezionate in teoria tramite gara. Questa nuova modalità ha da subito provocato malcontento nei beneficiari, che hanno anche organizzato alcune proteste.
Nelle ultime settimane un’indagine interna commissionata dal consiglio di amministrazione dello NSFAS ha rilevato una serie di irregolarità nel comportamento di Nongogo, accusato di aver partecipato in modo irregolare alla selezione delle compagnie e di aver anche incaricato un consulente ad hoc per gestire le gare di assegnazione. Una procedura questa, non prevista dal regolamento del fondo.
Il portale di notizie Sa News 24 ha inoltre scoperto che dallo scorso luglio le quattro società sudafricane hanno ricevuto denaro per pagare quasi 548mila studenti ma hanno poi inviato i pagamenti a solo 390mila di loro, di fatto inviando a circa 157mila “studenti fantasma” di cui non si conosce l’identità, oltre 260 milioni di rand, circa 13 milioni di euro.
I due scandali hanno scatenato un’intricata serie di reazioni a catena. Le quattro società oggetto dell’indagine interna hanno affermato di non aver mai ricevuto i report da cui emergono le irregolarità che li riguardano e hanno quindi sostenuto che i loro contratti sono ancora in essere, annunciando future battaglie legali in caso di rescissione.
Nongogo ha fatto ricorso contro il suo licenziamento presso una corte del lavoro di Bloemfontein, capitale giudiziaria del Sudafrica situata nel centro del paese, e ha a sua volta accusato di irregolarità il presidente Ernest Khosa.
Scandali su scandali
I vertici dello SNFAS hanno respinto le accuse emerse dall’indagine di Sa News 24, evidenziando che i pagamenti vengono effettuati tramite un processo di verifica dell’identità del destinatario che non permette casi come quelli degli “studenti fantasma”.
Quello dello SNFAS è solo l’ultimo degli scandali che in Sudafrica sta attraversando società o fondi statali o para statali incaricati di erogare servizi alla cittadinanza. Il paese è nel pieno di una delle più gravi crisi del settore elettrico mai registrate a causa dei problemi strutturali e di corruzione che affliggono la compagnia statale, Eskom. Blackout programmati sono stati imposti in oltre 260 giorni solo nell’anno in corso.