L’Uganda del presidente Yoweri Museveni si prepara a un 2024 da leader del Sud globale. Il governo del paese africano assumerà all’inizio del prossimo anno la guida di turno per quattro anni del Movimento dei paesi non allineati e la presidenza annuale del G77+ Cina.
In qualità di nuovo paese leader, fra il 15 e il 23 gennaio la capitale Kampala ospiterà i summit delle due organizzazioni, rispettivamente la 19esima edizione della conferenza dei paesi non allineati, dal titolo Deeping cooperation for shared global affluence (Approfondire la cooperazione per un benessere globale condiviso) e il terzo incontro del G77, incentrato sul tema Leaving no one behind (Non lasciare indietro nessuno).
Il Movimento dei paesi non allineati è nato nel contesto della guerra fredda, nel 1961, con lo scopo di fornire una piattaforma politica comune per tutti quei paesi in via di sviluppo che non intendevano allinearsi con uno dei due blocchi geopolitici dominanti all’epoca: la NATO a guida statunitense e il Patto di Varsavia a trazione sovietica. Spazio di sostengo per le lotte dell’anticolonialismo e per una terza via alla globalizzazione, a oggi il Movimento, con 120 stati membri, costituisce il secondo blocco internazionale di paesi più numeroso dopo le Nazioni Unite.
Fra i principali obiettivi odierni dell’organizzazione ci sono la promozione di una riforma del sistema multilaterale internazionale, a partire dall’ONU e dal suo Consiglio di sicurezza, e il supporto alla cooperazione sud-sud.
Quest’ultimo tema è centrale anche per il G77+ Cina, un’organizzazione intergovernativa di 135 paesi che si sviluppa nel contesto dell’ONU e che è stato fondato nel 1964 proprio da 77 stati membri non allineati.
Museveni è al potere in modo ininterrotto dal 1986 ed è stato più volte accusato dalle opposizioni interne e da organizzazioni internazionali di guidare il paese in modo dispotico, reprimendo il dissenso con la violenza e promuovendo la sistematica violazione dei diritti umani della comunità LGBT+. Il capo di stato ugandese raccoglierà il testimone alla guida dei paesi non allineati dall’omologo dell’Azeirbagian Ilham Aliyev. La presidenza del G77 in carica è invece Cuba.
Nella visione di Museveni, riporta il quotidiano The East African, l’Uganda è stata scelta per capeggiare i paesi non allineati anche grazie alla sua «neutralità» rispetto ad alcuni temi caldi dell’agenda internazionale, come l’offensiva russa in corso in Ucraìna dal febbraio 2022. Kampala si è più volte astenuta dal condannare l’intervento militare russo in sede assemblea generale dell’ONU.
La visita dei cantieri a Kampala
Ieri il capo di stato ha visitato alcuni dei siti di Kampala che ospiteranno i summit e altre infrastrutture chiave della città, come l’aeroporto internazionale di Entebbe. Secondo quanto riferisce il Daily Monitor, il costo stimato dei lavori che serviranno a rendere la città pronta a ospitare gli eventi in programma a gennaio è di 66 miliardi di scellini, circa 16 milioni di euro.
Nelle scorse settimane le diplomazie di Regno Unito e Stati Uniti hanno emesso un’allerta per i viaggi in Uganda sulla base di una presunta «crescente minaccia terroristica». Gli avvisi seguono anche l’uccisione di una coppia di turisti britannici e sudafricani e della guida ugandese che li accompagnava avvenuta in un parco nazionale per mano di presunti membri dell’Allied Democratic Forces (ADF), una milizia di matrice islamista attiva soprattutto al confine e nel territorio della Repubblica democratica del Congo.
La presidente del comitato organizzatore degli eventi, Lucy Nakyobe, ha assicurato che l’Uganda «è sicura e pronta a ricevere i visitatori internazionali che arriveranno a gennaio». La dirigente ha comunque esortato chi verrà nel paese a «rimanere vigile».