Sono almeno 20 i morti e quasi 2mila detenuti sono scappati dalle prigioni negli scontri che domenica 26 novembre hanno scosso Freetown, capitale della Sierra Leone, fra i militari fedeli alle autorità e milizie armate. «Abbiamo lanciato una caccia all’uomo per trovare tutte le persone coinvolte nell’attacco, compresi soldati attivi e in pensione», ha detto ai giornalisti il portavoce dell’esercito, il colonnello Issa Bangura. Ha poi chiarito all’Afp che 13 soldati erano stati uccisi e altri otto gravemente feriti nei combattimenti.
La situazione pare essere tornata tranquilla a Freetown, capitale della Sierra Leone, dopo i disordini che domenica hanno visto un gruppo di militari fare irruzione nell’armeria della caserma della capitale, in quello che è stato interpretato come un tentativo di colpo di stato.
Le dichiarazioni del presidente
Domenica sera, il presidente della Sierra Leone, Julius Maada Bio, ha assicurato che le forze di sicurezza avevano arrestato «la maggior parte» dei leader di quello che aveva presentato come un tentativo di destabilizzare lo stato, e che la calma era stata ristabilita nella capitale Freetown.
«La maggior parte dei leader del complotto sono stati arrestati», ha detto durante un breve discorso alla televisione di stato, senza ulteriori dettagli, precisati oggi dal portavoce dell’esercito.
All’inizio del pomeriggio, il governo ha affermato di «avere il controllo» della situazione e ha assicurato che le forze di sicurezza avevano respinto alla periferia di Freetown i responsabili degli scontri armati che hanno scosso la capitale. Ma la natura degli eventi non è ancora del tutto chiara.
Attacco pianificato
Secondo il ministro dell’Informazione della Sierra Leone, Ma Chernor Bah, gli attacchi armati contro alcune “installazioni chiave” del paese rientravano in un attacco pianificato e coordinato alla sicurezza nazionale. Nelle dichiarazioni rilasciate all’emittente Bbc, il ministro ha aggiunto che fra i responsabili degli attacchi rientrano alcuni militari ed ex ufficiali. I fermati saranno sottoposti ad interrogatorio.
Nel paese è intanto in corso una caccia all’uomo per rintracciare altri partecipanti all’azione di forza e altri detenuti evasi dal carcere di Freetown.
Il coprifuoco nazionale è stato revocato, ma resterà in vigore quello notturno.
Julius Maada Bio, presidente in carica e candidato del Partito popolare della Sierra Leone, ha ottenuto il suo secondo mandato di cinque anni nelle elezioni presidenziali del 24 giugno.