In dieci anni di pontificato, papa Francesco ha affrontato tanti temi scomodi, in particolare quelli della guerra e del disarmo. Temi “politici” che chiedono al credente e al cittadino di assumersi forti responsabilità. Temi che possono essere affrontati e superati con lo strumento della nonviolenza.
L’autore – insegnante, già vicepresidente di Pax Christi, animatore del movimento Beati i costruttori di pace e tra i fondatori del cartello veronese Nella mia città nessuno è straniero – delinea il messaggio di Francesco sul legame tra pace e nonviolenza ripercorrendo l’esortazione apostolica Evangelii gaudium (2013), due encicliche, Laudato si’ (2015) e Fratelli tutti (2020), e i messaggi del 1° gennaio per le Giornate mondiali per la pace.
E il 1° gennaio 2017, il papa titola il messaggio La nonviolenza, stile di una politica per la pace. «La riconosce – sottolinea Paronetto – come mezzo e fine, sostanza dell’annuncio cristiano e asse di un nuovo umanesimo».
E allora, si chiede l’autore, perché, salvo eccezioni, le diocesi, le parrocchie, le comunità sembrano poco interessate al grande tema del disarmo, fondamentale per il futuro dell’umanità? Rassegnazione? Ignoranza? Distrazione? Indifferenza? Paura? Subalternità alle logiche del nemico? «Per costruire la pace siamo tutti convocati», ribadisce Paronetto. «È necessario – esorta in prefazione il cardinale Zuppi – educare al diritto, e al dovere, alla pace».