Nonostante il blocco della Corte suprema, il governo del Regno Unito ci riprova e, dopo appena tre settimane dallo stop, prova a rivedere e riscrivere l’accordo per espellere le persone migranti in Rwanda. A rassicurare che questa nuova intesa “risponderà alle preoccupazioni della Corte suprema” è lo stesso ministro dell’Interno britannico, James Cleverly.
Annunciando in un comunicato di aver firmato un nuovo trattato per il trasferimento coatto di chi arriva nel Regno Unito senza documenti, il ministro assicura che si è davanti a un “trattato giuridicamente vincolante” che garantirà i diritti delle persone espulse.
Dopo lo stop di metà novembre in cui si confermava l’illegalità del piano con una sentenza, ora si attende la ratifica di questo nuovo trattato da parte del parlamento britannico e di quello rwandese.
Poche notizie sui contenuti, unica cosa emersa è che il nuovo accordo prevede l’invio di avvocati britannici nel paese africano, proprio per garantire i diritti essenziali previsti dal Regno Unito. Con questo si spera di bypassare le contrarietà dell’esecutivo.
In realtà la Corte d’appello, ancora a giugno, aveva messo in dubbio la stessa affidabilità del Rwanda proprio sul rispetto dei diritti dei migranti.
A conferma che questo potrebbe essere un problema non di poco conto, Cleverly ha tenuto a precisare che «il Rwanda è un paese sicuro che ha a cuore il sostegno ai rifugiati. Ha una solida storia di protezione di coloro che ne hanno bisogno, ospitando oltre 135.000 richiedenti asilo che hanno trovato rifugio lì».
E soprattutto, aggiungiamo noi, ha già ricevuto oltre 140 milioni di sterline (oltre 176 milioni di dollari) già impegnati dal Regno Unito per portare a casa questo programma.