In Senegal, mancano meno di due mesi alle elezioni presidenziali di febbraio e le liste, da oggi, sono chiuse. Il 26 dicembre era l’ultimo giorno disponibile per presentare la propria candidatura alla presidenza. E contro ogni pronostico, Ousmane Sonko, leader dell’opposizione attualmente detenuto, ce l’ha fatta. Ha presentato la sua candidatura, sfidando le controversie giuridiche che hanno caratterizzato il suo cammino verso il voto.

La corsa contro il tempo ha visto Sonko e suoi legali impegnati fino all’ultimo secondo. La conferma della sua candidabilità, infatti, era arrivata soltanto lo scorso 14 dicembre, a pochissimi giorni dalla scadenza. L’organismo nazionale incaricato delle elezioni, inoltre, non aveva fornito a Sonko i documenti richiesti, costringendo i suoi avvocati a presentare un’istanza con la speranza di una maggiore considerazione da parte del sistema giudiziario.

La fiducia nell’accettazione e nella convalida della sua candidatura è stata ribadita da Said Larifou, uno dei suoi legali, durante una conferenza stampa a Parigi, sottolineando il ruolo esclusivamente giudiziario e apolitico del Consiglio costituzionale.

Sonko, attualmente in carcere, ha sempre negato le accuse a suo carico, classificandole come come tentativi di bloccare la sua partecipazione alle elezioni del 25 febbraio da parte dell’attuale presidente in carica, Macky Sall. 

L’inserimento di Bassirou Diomaye Faye, difensore di Sonko, come candidato di riserva per il partito Pastef, sottolinea ulteriormente la determinazione dell’opposizione nel garantire una presenza forte e significativa nelle elezioni, nonostante le difficoltà incontrate con lo scioglimento del partito ordinato dalle autorità a luglio.

Oltre a Sonko e Faye, si segnala la candidatura anche di Aminata Toure, ex primo ministro, un tempo alleata di Sall e ora a sua volta all’opposizione. (AB)