Mozambico: cifre e insidie del Fondo sovrano sul gas - Nigrizia
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Dopo anni di dibattito è diventato legge a dicembre. Le opposizioni lamentano poca trasparenza
Mozambico: cifre e insidie del Fondo sovrano sul gas
09 Gennaio 2024
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 4 minuti
Il porto di Pemba, capoluogo della provincia di Cabo Delgado, epicentro delle attività del settore del gas

In Mozambico se ne stava discutendo da più di tre anni fra partiti politici, organizzazioni della società civile e operatori economici. Adesso la proposta di un Fondo sovrano per la gestione delle royalties provenienti dallo sfruttamento di gas è legge.  Il presidente ha promulgato e fatto pubblicare la legge all’inizio di questa settimana. Il parlamento mozambicano l’aveva approvata a dicembre, non senza polemiche. Tanto che il provvedimento aveva avuto i voti favorevoli soltanto del partito di maggioranza (Frelimo), mentre i due partiti di opposizione presenti in parlamento (Renamo e Mdm) avevano votato contro. 

Numeri strabilianti

Secondo la legge appena approvata, gli introiti complessivi dovrebbero aggirarsi intorno ai 91 miliardi di dollari nel corso della vita del progetto, ossia fino al 2047, per una media di 740 milioni di dollari annui, e punte, a partire dal 2040, di 6 miliardi di entrate da gestire da parte del Fondo. Inoltre, secondo le proiezioni del governo, le esportazioni miglioreranno notevolmente, con un incremento di circa 4,5 miliardi di dollari all’anno.. A fronte di questo entusiasmante quadro, sulla cui base le incerte finanze mozambicane potrebbero trovare finalmente una loro stabilità, le critiche non sono mancate, soprattutto dal gruppo della società civile riunitosi nel “Movimento civico per il Fondo sovrano”.

Le critiche

Le critiche sono state di vario ordine, da proiezioni finanziarie giudicate non solide al tipo di gestione previsto, alla poca trasparenza. Secondo il Movimento, infatti, le proiezioni presentate dal ministro dell’economia Max Tonela al parlamento (quelle che danno introiti al Fondo per più di 91 miliardi di dollari) sarebbero state effettuate considerando la migliore delle ipotesi, ossia che tutti i giacimenti di gas a oggi concessi diventino operativi simultaneamente, portando, a conferma di ciò, il fatto che nel 2022 le ricette provenienti dal gas sono state pari a circa 30 milioni di dollari.

Queste proiezioni sono ferme da tre anni, da quando, cioè, è partita la discussione sul Fondo Sovrano, con l’esecutivo fermo sulle proprie posizioni, senza voler cambiare una virgola di quanto inizialmente previsto. Il che è piuttosto curioso, se si pensa che soprattutto l’investimento della Total ad Afungi non è ancora ripreso dopo gli attacchi terroristici che lo avevano bloccato, e che – nonostante le dichiarazioni ottimistiche del presidente Nyusi e del generale Nampele  – a oggi non vi è una data certa per la ripresa dei lavori.

Inoltre, era stato proposto al governo la certificazione delle entrate previste da parte di una società indipendente, che desse maggiore credibilità ai dati governativi; anche questa idea à stata scartata, e quindi non risulta presente nella legge approvata. Un altro elemento che è stato giudicato poco trasparente ha riguardato l’esclusione della società pubblica ENH (Impresa nazionale di idrocarburi) dal conteggio del valore che andrà a confluire nel Fondo sovrano.

Secondo il governo – e secondo dati oggettivi – l’ENH è una società fortemente indebitata, che quindi non potrà partecipare agli attivi del Fondo. Tuttavia, a detta dei critici della legge, una normativa rappresenta indicazioni di principio, e quindi l’ENH avrebbe dovuto essere inserita fra i possibili finanziatori del Fondo, visto che la sua situazione potrà non essere eternamente di deficit. Dietro alla scelta, secondo molti osservatori, vi sarebbe l’intenzione, da parte dell’esecutivo, di lasciarsi mano libera rispetto ai guadagni prodotti dalle molte partecipazioni di ENH ai vari progetti di gas sparsi per il paese.

La questione della trasparenza è proprio quella che maggiormente preoccupa: non soltanto il Fondo sarà gestito dal Banco centrale, un’entità completamente controllata dal governo e dal presidente della repubblica, ma l’esecutivo avrà disponibilità piena – senza neanche dover ricorrere al voto del parlamento – di usare il denaro del Fondo sovrano a propria discrezione, per coprire buchi del bilancio di stato, o per utilizzare tali fondi in caso di calamità naturali particolarmente severe. Il Movimento aveva proposto di ritirare il 4% a saldo degli introiti dell’anno precedente, da destinare al bilancio di stato, ma la proposta non è stata considerata, appunto incrementando i sospetti di una gestione arbitraria dei guadagni di cui il Fondo disporrà.

I prossimi mesi diranno se le critiche delle opposizioni e del Movimento erano giuste. Quel che è certo è che una massa cospicua di denaro entrerà nelle casse del Fondo, e senza meccanismi di trasparenza sarà difficile comprendere se il destino di questi soldi servirà per beneficiare le popolazioni con nuovi e più efficienti servizi, oppure se coprirà buchi di un bilancio pubblico che probabilmente continuerà in deficit, anche grazie alle pratiche di corruzione ben note in Mozambico, come dimostrato dal famigerato scandalo sul debito occulto di 2,2 miliardi di dollari. 

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