Governato dal 26 luglio scorso da una giunta militare, il Niger insieme a Mali e Burkina Faso, anch’essi retti da militari in seguito a colpi di stato, ha deciso di uscire dalla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (CEDEAO/ECOWAS) e di fondare L’Alleanza degli stati del Sahel (AES).
L’alleanza è in via di costruzione e ha ancora un carattere di cooperazione militare per arginare meglio il gruppi armati jihadisti che da una decina d’anni imperversano nella regione. Ma ha manifestato tutta l’intenzione di diventare una nuova organizzazione politico-economica sganciata dalla Francia e rivolta invece a partner internazionali quali la Russia.
Vincoli
Se sul piano politico la presa di distanza della CEDEAO può essere facilmente spesa dai militari come un passo nella direzione del cambiamento, non così si può dire per l’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale (UEMOA).
Questo organismo, costituito nel 1994 dai tre stati saheliani oltre che da Benin, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Senegal e Togo (stati che condividono la stessa moneta il franco Cfa), è stato creato per promuovere l’integrazione economica regionale e maneggia alcuni dossier delicati, prima di tutto quello del debito.
E a questo proposito la Banca centrale dell’UEMOA ha comunicato che se entro la fine del 2024 non si ricomporrà la crisi tra i tre stati saheliani e la CEDEAO, il debito del Niger sul mercato dei titoli pubblici all’asta raggiungerà i 578,5 miliardi di franchi Cfa, cioè poco meno di un miliardo di dollari.
Scadenze
Tale cifra verrà raggiunta, secondo la Banca centrale, al 31 marzo 2024 quando le scadenze di rimborso di 314,5 miliardi di franchi Cfa (circa 516 milioni di dollari) di debito in capitale e interessi, contratto sul mercato regionale dei titoli pubblici, saranno superate di oltre 90 giorni.
Dopo i 90 giorni, questi debiti potrebbero essere declassati dalle banche commerciali a “crediti inesigibili”. Tuttavia la Banca centrale UEMOA ha allargato le maglie dei regolamenti, consentendo alle banche (ma non ad altri creditori come i fondi pensione o le compagnie di assicurazione) di considerare questi debiti temporaneamente sani.
Questa situazione fa seguito alle sanzioni economiche decise dalla CEDEAO dopo il colpo di stato. E l’operazione di sganciamento del Niger dalla CEDEAO è tutt’altro che gestibile a colpi di slogan.
Va ricordato che alla fine del 2023, una parte significativa del debito del Niger era detenuta da investitori stranieri, in particolare in Senegal e Costa d’Avorio.