Nel 2020, nel mondo, ogni 40 secondi un bambino è morto a causa delle complicazioni legate alla nascita prematura.
A livello globale, circa un bambino su 10 nasce troppo presto. Nonostante l’impegno globale, negli ultimi dieci anni il tasso di bambini nati prematuramente è rimasto invariato. Nell’Africa sub-sahariana, rappresentano circa il 10% delle nascite. Ma a differenza di altre parti del mondo, negli stati a medio-basso reddito questi bambini hanno molte meno probabilità di sopravvivere. Un dato di fatto allarmante, se si considera che l’80% dei parti prematuri avviene proprio in questi paesi, di cui il 60% in Africa. Malawi, Sudafrica, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo e Botswana hanno sperimentato tassi preoccupanti di nascite premature.
Tuttavia, dietro numeri allarmanti c’è una luce di speranza. Nonostante la strada sia ancora lunga, il continente africano sta compiendo significativi passi avanti nel miglioramento della salute materno-infantile. Sebbene il problema della natalità precoce e delle morti infantili rimanga un nodo cruciale, ci sono soluzioni efficaci che stanno emergendo.
Uno studio recente ha però identificato cinque interventi chiave, selezionati dal comitato per le nascite premature della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia, che hanno dimostrato di salvare vite umane in modo clinicamente efficace e relativamente poco costoso. La sfida sarà riuscire a renderle continuative nel tempo, nonostante le nuove sfide globali che non stanno contribuendo al miglioramento della situazione e che il rapporto ha raggruppato in “quattro C”: conflitto, Covid-19, cambiamento climatico e costo della vita.
Il primo intervento consiste nella somministrazione di un ciclo di steroidi prima della nascita del bambino. Questo trattamento, presente nell’elenco dei farmaci essenziali dell’OMS, ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di complicazioni neonatali.
Il solfato di magnesio, somministrato alle madri prima del parto, è il secondo intervento cruciale. Questo farmaco, anch’esso incluso nell’elenco dei farmaci essenziali dell’OMS, stabilizza le membrane cellulari nel neonato, riducendo i danni cerebrali.
Il terzo intervento consiste nel ritardare il clampaggio del cordone ombelicale dopo la nascita. Questa pratica, associata a una riduzione della mortalità neonatale, rappresenta un passo significativo nella cura dei neonati prematuri.
Inoltre, l’incoraggiamento all’allattamento al seno entro un’ora dalla nascita e l’adozione della terapia canguro sono interventi cruciali che non solo riducono il rischio di complicazioni neonatali, ma coinvolgono anche i genitori nella cura del loro bambino, contribuendo a ridurre i tassi di depressione postnatale materna.
Nonostante questi progressi, c’è ancora molto lavoro da fare per diffondere queste pratiche salvavita in tutto il continente africano. L’iniziativa FIGO PremPrep-5 si sta impegnando attivamente per fornire formazione e supporto alle società nazionali di ostetricia e ginecologia, affinché possano diffondere queste competenze vitali e migliorare la salute materno-infantile in Africa e oltre.