Etiopia: attacco a un monastero in Oromia, uccisi quattro sacerdoti
Chiesa e Missione Conflitti e Terrorismo Etiopia
L’azione contro i religiosi ortodossi attribuita all’Esercito di liberazione Oromo
Etiopia: attacco a un monastero in Oromia, uccisi quattro sacerdoti
26 Febbraio 2024
Articolo di Redazione
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Sacerdoti ortodossi prima di ballare per la cerimonia Timkat 2015, a Jan Meda, Addis Abeba (Credit: Jean Rebiffé/Wikipedia/CC BY 4.0)

L’Ufficio regionale per la pace e la sicurezza dello stato-regione dell’Oromia ha confermato che la scorsa settimana sono stati uccisi quattro sacerdoti della Chiesa ortodossa etiopica Tewahedo (EOTC) che prestavano servizio nello storico monastero di Zequala Abune Gebre Menfes Kidus, situato nella zona di East Shewa, a circa 30 km a sud-ovest della città di Bishoftu (Debre Zeit).

In una dichiarazione rilasciata il 22 febbraio, i responsabili della Chiesa ortodossa hanno accusato “militanti armati” di aver fatto irruzione nel monastero due giorni prima e di averli giustiziati dopo averli sequestrati.

Si tratta di Abba Teklemariam Asrat, Abba Kidane Mariam Tilahun, Abba Gebremaryam Abebe e Hailemariam Woldesenbet. Un quinto sacerdote, Kidanemariam Gebresenbet, è sopravvissuto pur essendo rimasto ferito nell’attacco.

I responsabili dell’Ufficio per la sicurezza hanno dichiarato che i presunti autori degli omicidi sono membri del Fronte di liberazione Oromo (OLF Shene).

L’antico monastero ospita molte reliquie e oggetti sacri di valore e ha subito gravi danni a causa di ripetuti saccheggi e incendi nel corso del tempo, secondo la Chiesa, che ha esortato le agenzie di sicurezza federali e regionali ad agire rapidamente per proteggere i monaci e il monastero per evitare che ulteriori attacchi e danni al sito storico.

L’ufficio di presidenza della regione ha chiesto alla gente del posto di collaborare con le forze di sicurezza nell’arresto dei sospetti autori, impegnandosi a tenere il pubblico informato sui risultati delle “misure di applicazione della legge” contro il gruppo armato.

L’Esercito di liberazione Oromo (OLA, braccio armato del OLF), che è stato accusato di essere il vero responsabile dell’attacco, non ha rilasciato finora dichiarazioni sugli omicidi e sulle conseguenti accuse mosse dalla sicurezza dell’Oromia nei suoi confronti.

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