In Sudan dopo settimane di assedio e intensi scontri a fuoco con le Forze di supporto rapido (RSF) l’esercito (SAF) ha riconquistato ieri la sede della radio-televisione nazionale a Oumdurman, città gemella della capitale Khartoum.
L’edificio era stato occupato dai paramilitari fin dall’inizio del conflitto, il 15 aprile 2023, ed era diventato un loro quartier generale, utilizzato come base delle operazioni militari e centro di detenzione.
Negli ultimi mesi l’esercito ha intensificato le operazioni a Omdurman, spingendo gradualmente le RSF fuori dalle aree chiave occupate. Le operazioni sul centro di trasmissione radio-televisivo hanno coinvolto artiglieria pesante, droni e attacchi aerei.
Una mole di fuoco che ha spinto gli uomini fedeli a Mohamed Hamdan Dagalo, alias Hemeti, a una ritirata in massa, sulla quale si sono abbattute le forze dell’esercito che riferisce di aver distrutto oltre 120 veicoli del nemico e sequestrato un numero importante di armi.
Questa vittoria segna uno sviluppo significativo nel conflitto in corso tra i due ex alleati, con le forze armate che a fine dicembre hanno lanciato un’offensiva per riprendere il controllo totale della capitale, in gran parte controllata dalle Forze di supporto rapido.
Prima dell’inizio del conflitto nella sede della radio-tv nazionale erano conservati preziosi archivi audio e video, alcuni dei quali risalenti a oltre un secolo fa. Di recente anche il sindacato dei giornalisti sudanesi si era detto preoccupato della loro preservazione.
Anche perché una delle tattiche attuate dalle RSF è la distruzione di tutti i documenti contenuti negli edifici governativi occupati.
A sugellare la vittoria è stata ieri la vista del generale Abdel Fattah al-Burhan, comandante in capo delle SAF e capo del Consiglio Sovrano, al distretto militare denominato Corpo degli ingegneri, nel quartiere di El Mohandisin nella parte vecchia del centro di Omdurman, di cui l’esercito ha ripreso il controllo a metà febbraio, dopo un assedio durato 10 mesi.
All’epoca il bollettino Sudan War Monitor osservava che il successo dell’esercito è dovuto a un salto di qualità nella tecnologia e potenza degli armamenti utilizzati, e in particolare ad attacchi di artiglieria corretti da droni, logistica superiore e munizioni più abbondanti, dispiegamento delle unità d’élite nell’area, attacchi di droni di precisione, uso limitato di veicoli corazzati, equipaggiamento da combattimento urbano, compresi gli occhiali per la visione notturna, gas lacrimogeni, ma anche un sistema più affidabile di retribuzioni e benefici ai soldati.
Un salto di qualità che è coinciso con il riavvicinamento del governo militare all’Iran.