Quando il saggio indica la gestione politica, lo stolto guarda la moneta: si potrebbero riassumere così le critiche delle opposizioni dello Zimbabwe alla nuova valuta annunciata dal governo nel tentativo di far fronte alla svalutazione della moneta precedente e ad altissimi tassi di inflazione. Si tratta della sesta tipologia di denaro introdotta nel paese dal 2008.
La nuova moneta è stata annunciata dal nuovo governatore della Banca centrale John Mushayavanhu, nominato dal presidente Emmerson Mnangagwa a dicembre e in carica dalla fine di marzo.
La valuta prenderà il nome di Zig, acronimo di Zimbabwe Gold. Lo Zig sarà infatti ancorato e sostenuto da riserve composte principalmente da oro e altri metalli preziosi e da alcune valute estere nella proporzione di 2.522 chili di oro per un valore di 185 milioni di dollari e di circa 100 milioni di dollari di contanti.
La Banca centrale ha fissato un tasso di cambio per lo Zig di uno a 13,56 dollari e un tasso di interesse al 20%. La vecchia moneta, nota anche con l’acronimo RTGS (Real Time Gross Settlement) o col nome di Zimdollar, si vende con un tasso di cambio di 25.000 per un dollaro sul mercato nero, stando a stime della stampa dello Zimbabwe. Il tasso di interesse con questa moneta era poi del 130%, ovvero il più alto al mondo.
Mushayavanhu, la cui designazione è stata anche contestata in tribunale per una questione di conflitto di interessi con una banca di cui avrebbe delle quote azionarie, ha detto che il suo obiettivo è che lo Zimbabwe abbia una «moneta nazionale solida e stabile». A questo proposito ha reso noto che sotto la sua gestione non verrà più stampata nuova valuta. Un processo questo, secondo il governatore, che «non aiuta» a creare stabilità.
Lo Zig è stato introdotto parzialmente a partire da oggi ma i cittadini dello Zimbabwe avranno tempo fino al 30 aprile per poter sostituire i loro Zimdollar, che fino a quella data avranno valore di moneta corrente. Nel paese continuerà invece a circolare normalmente il dollaro Usa, adottato per la prima volta nel 2009, a seguito di una crisi inflattiva che aveva portato anche al tasso record di 500 miliardi per cento. Nonostante le tempistiche ufficiali, riporta il portale di notizie NewZimbabwe, lavoratori del settore informale – che in Zimbabwe occupa circa tre quarti del totale della forza lavoro – stanno già iniziando a rifiutare la vecchia forma di denaro. Il timore è quello che lo Zimdollar possa non avere più alcun valore anche prima del 30 aprile. Più in generale sembra regnare una certa confusione.
Un cambio che non risolve nulla
Confusione che diventa ostilità se si passa alle opposizioni del paese. Nelson Chamisa, ex presidente della Coalizione dei Cittadini per il Cambiamento (CCC) e principale figura politica contraria al governo, ha affermato in un post su X rilanciato dal quotidiano The Zimbabwean: «Invece di introdurre una nuova valuta, abbiamo bisogno di un dialogo che produca un cambiamento politico strutturato, sostenuto dai cittadini e un nuovo governo».
Il politico ha aggiunto: «Il cambio di valuta ha già fallito in passato. E sicuramente fallirà di nuovo. Tutto questo a causa di una politica frammentata, di elezioni contestate e di processi nazionali contestati», qui in un evidente riferimento alle consultazioni dello scorso agosto, che hanno portato alla riconferma di Mnangagwa per un secondo mandato ma il cui esito non è stato riconosciuto dalle opposizioni. «Le riforme valutarie non garantiranno la stabilità valutaria, ma una buona politica getterà le basi per la stabilità della moneta», ha poi chiosato Chamisa.
Dello stesso avviso anche il suo ex partito, la cui leadership è al momento oggetto di dispute e polemiche. Su X la formazione ha anche pubblicato un time-lapse che mostra le sei valute cambiate a partire dalla crisi inflazionaria del 2008. Il video viene accompagnato da un commento che non necessita di spiegazioni: «È un loop di fallimenti».
Certo è che la situazione dello Zimdollar era diventata particolarmente complessa. Dall’inizio dell’anno la moneta ha perso quattro quinti del suo valore, piazzandosi al secondo posto fra le monete con la peggior performance al mondo dopo la sterlina libanese. Il tasso di inflazione con la vecchia moneta si è attestato sul 47% a febbraio e sul 55% a marzo, mentre per oltre l’80% delle transazioni si è preferito il dollaro statunitense.
Nelle prossime settimane la conoscenza e la diffusione dello Zig verranno favorite tramite una serie di iniziative di formazione e alcuni provvedimenti specifici, come l’obbligo per le aziende a utilizzare la nuova moneta per pagare almeno il 50% dei loro obblighi finanziari. Le speranza è che la nuova valuta possa avere un impatto sulla situazione economica del paese, anche alle prese con una siccità che ha costretto Mnangagwa a dichiarare uno stato di emergenza nazionale a fronte del disastroso raccolto per la stagione 2023/2024.