Per il Regno Unito, continuano gli ostacoli al piano di deportazione dei richiedenti asilo in Rwanda. Nonostante l’ostentato ottimismo delle dichiarazioni di Paul Kagame e Rishi Sunak dopo il loro incontro di ieri a Londra, l’esito di questa storia si fa sempre più opaco.
Il prossimo lunedì è atteso alla Camera dei Comuni il disegno di legge necessario a rendere attuabile l’accordo, fermato precedentemente dalla Corte Suprema, per via dei rischi corsi dai richiedenti asilo in un paese come il Rwanda, dove i diritti umani non vengono garantiti. Sunak aveva però annunciato di non volersi fermare di fronte a nulla e un nuovo disegno di legge è stato preparato ad hoc per aggirare il provvedimento.
Già passato alla Camera dei Comuni, è stato però fermato alla Camera dei Lord e ora deve tornare indietro per la revisione di alcuni articoli.
Nel frattempo, emergono nuove perplessità. Per esempio, Sunak e Kagame insistono sulla partenza del primo volo di richiedenti asilo entro questa primavera. Ma ancora pare non sia stata trovata una compagnia aerea disposta a farlo. Non solo: pare che Kagame non sia stato proprio con le mani mano in questi due anni di attesa. Alcuni rapporti hanno anche affermato che le proprietà a Kigali destinate al programma in fase di stallo sono state nel frattempo vendute ad altri acquirenti locali. Il Times sostiene che il 70% delle 163 proprietà della capitale ruandese sono state acquistate, il che significa che ci sarebbe spazio solo per appena qualche decina di persone. Non certo le “decine di migliaia” che aveva promesso Boris Johnson agli albori dell’accordo due anni fa.