“Il cristianesimo in dialogo con l’Islam e la religione tradizionale africana: sfide e opportunità”. È stato questo il tema di un seminario consultivo interreligioso che si è tenuto a Nairobi, in Kenya, dal 9 al 10 aprile.
Il convegno è stato organizzato dal Coordinamento delle commissioni episcopali per iniziativa del Dicastero per il Dialogo Interreligioso cattolico. “Ci siamo riuniti per inviare un messaggio alle popolazioni dell’Africa che le religioni possono svolgere un ruolo fondamentale nella costruzione di una cultura di pace e riconciliazione”, hanno dichiarato alcuni degli organizzatori.
Nel corso delle discussioni, i partecipanti hanno esplorato modalità e mezzi concreti per mettere in pratica le parole di papa Francesco: «In un momento in cui varie forme di intolleranza fondamentalista stanno danneggiando le relazioni tra individui, gruppi e popoli, impegniamoci a vivere e a insegnare il valore del rispetto degli altri, dell’amore capace di accogliere le differenze e della priorità della dignità di ogni essere umano sulle sue idee, opinioni, pratiche e perfino sui peccati» (Fratelli Tutti, 191; Africae Munus, 94).
“Riconosciamo la diversità del continente africano. I nostri valori religiosi, sociali e culturali enfatizzano le relazioni, l’ospitalità, la solidarietà, la convivialità e l’inclusione di tutte le idee religiose e visioni del mondo – hanno sottolineato i convegnisti – e questa valori innati in Africa possono servire da terreno comune per costruire una cultura di pace con tutti”.
“Siamo preoccupati – scrivono i leader religiosi – per la crescente polarizzazione espressa in tensioni, conflitti e radicalizzazione religiosa in alcuni paesi africani, in particolare nell’Africa occidentale, centrale e orientale, che possono essere attribuiti a vari fattori, compresi quelli socio-economici e politici”.
“Questa situazione – proseguono – peggiora quando alcuni individui e gruppi strumentalizzano la religione. Questi elementi impediscono una vera convivialità tra i diversi gruppi sociali e religiosi”.
Riguardo alle chiese, per educare i fedeli a vivere in dialogo come fratelli e sorelle il comunicato finale incoraggia da un lato la creazione in ciascun paese di una Commissione episcopale per il dialogo interreligioso, e dall’altro a sensibilizzare i decisori politici, i leader religiosi, le ong, le donne e i giovani in strategie interreligiose innovative che promuovano il dialogo a livello locale, nazionale e continentale.