Per il Senegal è il più grande sequestro di droga mai effettuato sulla terraferma. Si tratta di 1.137 chilogrammi di cocaina, per un valore stimato di circa 162 milioni di dollari (91 miliardi di franchi CFA), rinvenuti il 14 aprile scorso nel doppiofondo di un camion frigorifero vuoto, fermato dai doganieri a Kidira, cittadina orientale al confine con il Mali.
Le autorità non hanno fornito molti altri dettagli, ma hanno fatto sapere che l’automezzo arrivava da un paese confinante con il Senegal. Le due principali strade che convergono a Kidira provengono dall’enclave del Gambia, a sud-ovest, e dalla Mauritania, che si trova molto più a nord.
Altri 92 chili di cocaina erano stati sequestrati il 31 marzo a Koumpentoum, nella regione centrale di Tambacounda, a sole 4 ore di auto da Kidira.
L’Africa occidentale e la fascia del Sahel in particolare, si conferma dunque come il principale hub di transito del traffico di cocaina – in aumento negli ultimi anni – proveniente dall’America Latina. Un traffico gestito da mafie italiane – ‘ndrangheta in primis – ed europee.
Anche i sequestri sono cresciuti, rivelando l’eccezionale portata del commercio transatlantico di droga e in alcuni casi i meccanismi che muovono le reti criminali. Come in Costa d’Avorio, dov’è in corso un processo a 13 presunti trafficanti accusati del movimento di 3 tonnellate di cocaina provenienti dal Suriname e dirette in Europa.
Tra i principali paesi di “approdo” delle rotte della cocaina, secondo l’ultimo report dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC), ci sono Guinea-Bissau, Capo Verde, Benin, Gambia, Guinea, Nigeria e Senegal, ma anche, sulla costa sud-orientale del continente, il Mozambico e il Sudafrica.