È un annuncio che potrebbe comportare una svolta significativa nella guerra in corso da oltre un anno in Sudan, quello fatto ieri da Musa Hilal, importante leader tribale nel Nord Darfur, che ha dichiarato il suo sostegno alle forze armate (SAF) contro le Forze di supporto rapido (RSF), impegnate nella conquista dell’intera regione occidentale.
Hilal è capo del Consiglio del risveglio rivoluzionario (Revolutionary Awakening Council – RAC) e leader del ramo mahamid della tribù rizeigat, alla quale appartiene anche la famiglia del comandante delle RSF, Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti, così come molti altri vertici del gruppo paramilitare e delle milizie regionali sue alleate.
La rivalità e la lotta tra Hilal ed Hemeti per la supremazia tribale in Nord Darfur risale ai primi anni del 2010.
Assoldato dall’allora dittatore islamista Omar El-Bashir, Hilal guidò, a partire dal 2003, le famigerate milizie janjaweed che misero a ferro e fuoco la regione del Darfur, colpendo in particolare la popolazione non araba. I massacri fecero circa 300mila morti.
Come ricompensa, nel 2008, El-Bashir nominò Hilal suo consigliere personale e nel 2010 gli assegnò addirittura un seggio in parlamento. Ma l’idillio tra i due si interruppe quando Hilal, frustrato per la mancanza di attenzione da parte del governo verso lo sviluppo del Darfur, lasciò Khartoum per tornare nella sua regione natale.
Bashir assoldò allora Hemeti, un commerciante di cammelli ed ex combattente dei janjaweed, al quale assegnò la guida di una nuova milizia, le RSF, appunto. Uno dei primi compiti di Hemeti fu arrestare Hilal per essersi rifiutato di disarmare le sue forze.
Hilal fu incarcerato nel novembre 2017 e accusato davanti a un tribunale militare di indebolimento della Costituzione, incitamento alla guerra contro lo stato e provocazione di conflitti tribali. Fu liberato nel marzo 2021, due anni dopo il rovesciamento del regime di El-Bashir.
Dallo scoppio della guerra, nell’aprile 2023, Musa Hilal non ha smesso di accusare le RSF e le milizie libiche e ciadiane affiliate di diffuse violazioni dei diritti umani contro i civili in Darfur – le stesse atrocità perpetrate, peraltro, vent’anni fa dai suoi uomini -, ma fino ad ora si era astenuto dal prendere parte ai combattimenti.
Hilal diventa la prima figura di alto livello della tribù mahamid-rizeigat a sostenere l’esercito. «Siamo dalla parte delle forze armate», ha dichiarato parlando alla folla a Um Sunt, nel Nord Darfur. «La difesa della nostra patria richiede tutta la forza. Molte tribù del Darfur mi hanno esortato a dare priorità alla stabilità dello stato e alla pace».
Il Consiglio del risveglio rivoluzionario si unisce così ad altri due importanti gruppi armati darfuriani che lo scorso novembre hanno annunciato il loro schieramento con le SAF: il Movimento di liberazione del Sudan (SLM-MM) guidato da Minni Minawi e il Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (JEM) di Gibril Ibrahim.