In Uganda è iniziato il sesto censimento nazionale della popolazione e delle abitazioni, condotto per la prima volta con l’utilizzo di sistemi digitali.
La vigilia è stata però segnata dall’inusuale presa di posizione delle stazioni televisive e radiofoniche private, sostenute dall’Associazione delle emittenti ugandesi, che si sono rifiutate di mandare in onda un videomessaggio del presidente Yoweri Museveni che invitava i cittadini a partecipare alla campagna, in programma dal 10 al 19 maggio.
Contravvenendo a una direttiva emanata dalla Commissione governativa per le comunicazioni (UCC) che invitava tutte le emittenti di dare gratuitamente al censimento la “massima pubblicità”, le emittenti private hanno fatto notare come, in assenza di finanziamenti pubblici e con scarsi mezzi di sostentamento, siano incapaci di ottemperare alla richiesta.
Replicando all’UCC il presidente della National Association of Broadcasters (NAB), Innocent Nahabwe, ha dichiarato che le emittenti private hanno sempre fornito copertura gratuita durante le emergenze nazionali, ma che il governo ha il dovere di finanziare eventi pre-programmati come il censimento.
«I media operano come entità commerciali, pagando licenze e tasse al governo e sostenendo anche altri costi, come gli stipendi del personale», ha puntualizzato Nahabwe. Ed è «sulla base di queste considerazioni che abbiamo rifiutato di seguire la direttiva emessa dall’UCC».
L’ultimo censimento, risalente al 2014, stimava la popolazione ugandese a 36 milioni. Le stime odierne suggeriscono che da allora il numero sia salito a circa 45 milioni.