Il 17 maggio scorso la polizia dello Zambia ha fatto irruzione nell’ufficio del vescovo della diocesi di Kabwe, Clement Mulenga, interrompendo un incontro tra il prelato e l’ex presidente Edgar Lungu.
Il gesuita padre Leonard Chiti, Superiore Provinciale dei Gesuiti dell’Africa Australe, informato del fatto, si è detto «sconvolto» dall’operazione della polizia, la quale ha accusato l’ex presidente e il vescovo cattolico di aver tenuto un incontro illegale. «Il nostro sistema di sicurezza è esplicito – ha detto un poliziotto a mons. Mulenga – la polizia deve essere informata quando arriva qualcuno».
Il vescovo ha risposto dicendo che, come pastore, le sue porte sono aperte a tutti, indipendentemente dall’appartenenza politica, religiosa o dall’etnia. «Questa è una chiesa, un ufficio pubblico che ha il dovere di ricevere chiunque prenda un appuntamento – ha replicato mons. Mulenga – le persone vengono qui e se vogliono condividere qualcosa con me sono libere di farlo».
E ha aggiunto: «Non sono un politico, sono una persona religiosa. Non ho niente a che fare con la politica ma tutto a che fare con la vita cristiana. Ogni essere umano che prende appuntamento ha il diritto di vedermi, voi inclusi».
Il Provinciale dei Gesuiti, dal canto suo, ha dichiarato: «L’arroganza e l’insolenza mostrate dalla polizia non possono essere tollerate in una società come la nostra che di fatto si definisce cristiana».
Ha affermato inoltre che l’azione della polizia costituisce una violazione dei diritti umani, facendo eco a un sentimento già espresso dalla Commissione per i diritti umani del paese.
Il 20 maggio la presidente della Commissione, Pamela Towela Sambo, aveva già messo in guardia la polizia dall’abuso della legge sull’ordine pubblico. Contestando l’invasione dell’ufficio vescovile, ha osservato che lo Zambia è una democrazia che garantisce il diritto alla libertà di associazione e riunione.
Anche diversi politici si sono uniti alla condanna dell’operazione. Il governo ha in seguito chiesto scusa alla Chiesa cattolica per quanto accaduto.
Il ministro degli Interni e della Sicurezza interna Jack Mwiimbu ha descritto l’incidente come “sfortunato e deplorevole”: «Il governo ha a cuore il buon rapporto tra lo Stato e la Chiesa e non sostiene molestie immotivate nei confronti di nessuno, tanto meno del clero».
«Vorremmo chiedere sinceramente scusa alla Chiesa cattolica – ha aggiunto Mwiimbu – e in particolare al vescovo Clement Mulenga della diocesi per l’incidente accaduto a Kabwe».
Padre Chiti ne ha approfittato per lanciare un appello alla politica, raccomandando «l’avvio di un dialogo tra i partiti dello Zambia per risolvere le tensioni che si stanno verificando in questo momento nel nostro spazio politico». «Credo – ha aggiunto – che una tale linea di condotta eviterebbe il rischio che si ripetano eventi simili in futuro, soprattutto mentre ci avviciniamo alle elezioni generali del 2026».