L’Unione Europea sta cercando di rafforzare la lotta contro le attività illecite, la pirateria e le azioni di sabotaggio nell’ampia area marina che va dall’Oceano Indiano occidentale al Mar Rosso. Per farlo sta chiedendo la collaborazione dei paesi maggiormente interessati dalle attività criminali.

Uno dei problemi che la missione europea Eunavfor Atalanta – istituita nel dicembre 2008 – si trova ad affrontare riguarda la gestione delle persone arrestate, in quanto la forza navale non ha l’autorità per perseguire legalmente i sospetti e non può trattenerli a lungo.

Così, dopo le Seychelles, anche il Kenya si è detto disposto ad istituire azioni legali sul suo territorio nei confronti delle persone accusate di crimini marittimi.

Ad annunciarlo è stata l’ambasciatrice dell’Unione Europea nel paese, Henriette Geiger, spiegando che l’accordo “consentirà alla missione Atalanta di consegnare qui le persone arrestate in mare per essere processate”. “Le Seychelles hanno già accettato, loro hanno già un accordo legale concluso, ma è una piccola isola che non può restare sola”, ha aggiunto.

Il contesto è quello di una crescente instabilità legata alla ripresa delle azioni dei pirati somali e degli attacchi lanciati dai ribelli houthi dello Yemen che minacciano i vitali commerci marittimi e le consegne di aiuti umanitari alla Somalia.

Geiger ha anche affermato che Eunavfor estenderà la sua presenza anche in altre aree in cui vengono segnalati sospetti traffici di armi, di stupefacenti, o pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU).

L’annuncio è stato fatto al termine della prima esercitazione congiunta multi-agenzia con la marina militare e la guardia costiera del Kenya.