Seconda edizione del report Vite abbandonate sulla situazione e i bisogni delle persone migranti in arrivo dalla rotta balcanica a Trieste. Un rapporto importante, curato dalla Rete solidale, che riunisce le sei associazioni triestine che operano su accoglienza, tutela legale e assistenza umanitaria le persone in transito sul territorio, fotografando un fenomeno complesso di flussi in ingresso non conteggiati da quel cruscotto del Viminale che si limita a dare i dati degli arrivi via mare.
Un quadro cupo quello del 2023, che vede peggiorare la situazione sulla rotta balcanica. Tra il primo di gennaio e il 31 dicembre, il report racconta di aver intercettato e assistito nell’area della stazione di Trieste 16.052 persone. Una media di 44 persone al giorno. Con un incremento del 22% rispetto all’anno precedente.
Afghanistan primo paese di partenza
Si è trattato per lo più di persone in fuga dall’Afghanistan (per il 68% dei casi). Una persona su tre, fra quelle incontrate, è risultata vulnerabile. Con un aumento esponenziale delle famiglie (+120% rispetto al 2022) e del numero dei minori non accompagnati (+112% spetto al 2022); una persona su cinque era minorenne e nel 94% dei casi afghana. Stabile e modesto invece, rispetto all’anno precedente il numero di donne sole incontrate, ovvero 158, l’1% dei casi.
Come per chi percorre la rotta del mare anche in quella balcanica l’Italia non è il paese di destinazione del progetto migratorio. Quasi tutte le persone minorenni, l’86%, hanno dichiarato di essere in transito verso Germania, Francia e Svizzera. Solo il 7% ha deciso di rimanere a Trieste. Tra le persone adulte, il 68% ha affermato di avere come meta la Germania, nel 50% dei rispondenti, poi Francia, Svizzera e Belgio.
Il report arriva in un tempo di preoccupazione: la scorsa settimana infatti, venerdì, a Trieste è stato sgomberato il Silos, il grande magazzino fatiscente che si trova di fianco alla stazione ferroviaria. Un luogo dove, per anni, hanno trovato riparo e si sono accampate le persone migranti in transito dopo aver attraversato la rotta. Lo sgombero, disposto con un’ordinanza a inizio mese dal sindaco Roberto Dipiazza, priva di un luogo di riparo, per quanto precario, chi arriva. Dove andranno a rifugiarsi nell’attesa di proseguire il viaggio le persone in cammino?