Il Ghana ha finalizzato un accordo per la ristrutturazione del debito. Nella giornata di ieri è arrivata la notizia sull’ultimo fronte aperto, quello del debito verso creditori privati. Quest’ultimi hanno accettato di tagliare il 37% di circa $13 miliardi, contro il 33% discusso inizialmente. L’accordo permette di sbloccare il prestito di $360 milioni, come seconda tranche del pacchetto di aiuti per un totale di $3 miliardi messi a disposizione dal Fondo Monetario Internazionale. Il Ghana era ricorso all’istituzione internazionale di credito nel 2022, a seguito del default sui suoi debiti, avvenuto nello stesso anno.
Dopo vari tentativi falliti, si era giunti a metà giugno a formalizzare l’intesa sulla ristrutturazione del debito esterno verso creditori statali, tra cui spiccano Francia e Cina. La somma in ballo, in questo caso, ammonta a $5,3 miliardi. Tra i fattori che hanno spinto il paese dell’Africa occidentale dentro la peggiore crisi economica degli ultimi decenni vanno inclusi: l’impatto della crisi legata al Covid-19 e della guerra in Ucraina; la svalutazione del cedi; e il rialzo dei tassi di interessi mondiali.
Il Ghana è il terzo paese africano, insieme a Zambia e Etiopia, ad essere andato in default dal 2020 ad oggi. Nel resto del continente, la questione debito nazionale sta diventando sempre più allarmante. Un report dell’Onu di inizio giugno mostra come, tra il 2013 e il 2023, il numero di paesi con un rapporto debito/PIL superiore al 60% sia passato da 6 a 27. Circa 750 milioni di persone in Africa, ossia il 60% della popolazione, risiede in paesi in cui si spende di più per gli interessi sul debito che in istruzione e sanità.