Mauritania: rieletto Ghazouani. L'oppositore antischiavista: «Il potere non ascolta» - Nigrizia
Mauritania Politica e Società
Il presidente è stato riconfermato al primo turno col 56% dei voti
Mauritania: rieletto Ghazouani. L’oppositore antischiavista: «Il potere non ascolta»
Biram ha ottenuto il secondo maggior numero di voti: «È un golpe elettorale»
01 Luglio 2024
Articolo di Luciano Ardesi
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Il presidente Ghazouani a colloquio con il premier spagnolo Sanchez e la presidente della Commissione Ue, Von der Leyen. Foto dal profilo Flickr del governo spagnolo

Come largamente previsto le elezioni presidenziali di sabato 29 giugno in Mauritania hanno visto – secondo i dati della Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI) – la riconferma del presidente Mohamed Ould Ghazouani, eletto per la prima volta nel 2019, e che vanta nel parlamento una solida maggioranza dopo le elezioni legislative del maggio dello scorso anno. Con il 56,1% dei voti Ghazouani sopravanza il candidato del movimento contro la schiavitù Biram Dah Abeid arrivato in seconda posizione col 22,1% dei voti, il leader del partito islamista Tawassoul Hamadi Mohamed Abdi col 12,8% e altri quattro candidati minori. La percentuale dei voti al di sopra del 50% assicura al presidente Ghazouani l’elezione fin dal primo turno, senza il ricorso al ballottaggio previsto per il 13 luglio.

Il successo di Ghazouani è dovuto in larga parte alla sua capacità di unire alcuni partiti dell’opposizione, che nel suo complesso si è presentata divisa all’appuntamento elettorale. Per Biram, si tratta del terzo tentativo, dopo quello del 2014 e del 2019, quando era giunto secondo sempre dietro Ghazouani. In una dichiarazione rilasciata a Nigrizia, Biram ha accusato il potere di «Colpo di Stato elettorale orchestrato da chi domina e opprime il popolo della Mauritania e che è al comando dal 1978 (quando il primo presidente Ould Daddah è stato deposto da un colpo di Stato, ndr)».

«Non è la scelta del popolo mauritano»

Il candidato del movimento contro la schiavitù ha aggiunto: «Ogni volta che il popolo vota per il potere, questo si dimostra pronto a truccare i risultati e dichiararsi vincitore, nascondendo i risultati che non gli sono favorevoli, cambiando quelli dei seggi elettorali; in più contano sul sostegno di Francia e Unione europea. Ma il popolo mauritano – scandisce Biram – ha votato maggioritariamente per la mia candidatura». Nel pomeriggio di ieri dei blindati si erano posizionati davanti ai locali del candidato, e Biram aveva espresso il timore che internet potesse essere sospeso per isolare il paese. Nelle scorse ore il movimento che ha sostenuto il candidato ha anche denunciato l’arresto del responsabile della campagna, che sarebbe stato prelevato e portato in località sconosciuta ieri, nel centro dalla capitale.

Ghazouani è stato, cinque anni fa, il primo presidente eletto dopo una transizione democratica dal suo predecessore Mohamed Ould Abdel Aziz, il generale che aveva preso il potere con un colpo di Stato nel 2008 per farsi poi eleggere nel 2009. Il passaggio dei poteri è avvenuto in maniera democratica, e Ghazouani, anche lui generale, ha mostrato indipendenza nei confronti del suo ex protettore, tanto che Abdel Aziz è stato arrestato e condannato per corruzione e non ha così potuto presentarsi come candidato a queste presidenziali.

Stabilità, e gas…

Ghazouani ha saputo costruirsi una rete di relazioni a livello internazionale , è presidente di turno dell’Unione Africana e in questa veste ha partecipato al recente vertice del G7 in Puglia. Il capo dello stato fresco di riconferma ha saputo mantenere il paese al riparo dalle turbolenze che attraversano il Sahel e dal terrorismo islamista che controlla ampie fette di territorio in altri paesi della regione. La Mauritania è diventata negli ultimi anni un terreno di passaggio dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa. In febbraio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in visita a Noukchott, ha firmato un accordo con il governo per la gestione delle migrazioni, dietro un finanziamento di 210 milioni di euro. La Mauritania si accinge inoltre ad entrare nel mercato del gas in cooperazione col Senegal per gestire il giacimento offshore a cavallo tra i due paesi.

La vera sfida è tuttavia sul piano interno. Le vicende di Biram, più volte arrestato negli anni scorsi e sotto minaccia di nuove repressioni, dimostrano che la frattura sociale tra la maggioranza arabofona di origine berbera e araba e la consistente minoranza di origine nero-africana non si compone . Le disuguaglianze rimangono troppo forti e il potere è fortemente gerarchizzato e intriso di clientelismo e corruzione per poter costituire un solido ponte tra realtà così diversificate. Un dialogo nazionale non è mai veramente partito. La campagna elettorale del presidente, centrata sul futuro e sui giovani in modo particolare, rimane tutta da concretizzare. Vedremo con quali risultati.

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