Mozambico: servizi pubblici al collasso - Nigrizia
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A Maputo scuole chiuse per mancanza d'acqua, trasporti fantasma, sanità senza materiali
Mozambico: servizi pubblici al collasso
E il sistema burocratico, mai aggiornato, rende tutto più difficile
18 Luglio 2024
Articolo di Luca Bussotti (da Maputo)
Tempo di lettura 6 minuti
Foto da Wikimedia Commons

I servizi pubblici del Mozambico sono al collasso. Niente funziona più nell’ex-paese modello dell’Occidente. E il problema non riguarda soltanto i servizi pubblici erogati dallo stato o dai comuni: anche nel settore privato lentezze, inefficienze, assoluta mancanza di rispetto verso gli utenti finali è ormai all’ordine del giorno. E la rassegnazione cresce insieme alla rabbia.

Vivere qua, in Mozambico, è una sfida continua: di pazienza e di capacità di adattamento alle situazioni più disparate. Gli ultimi episodi riguardano la capitale nazionale, e quella del nord del Mozambico: Maputo e Nampula.

A Maputo più di 20 scuole si trovano al momento senza acqua. Ma non per questioni tecniche, o per la siccità, bensì per debiti accumulati da scuole (pubbliche) verso una società (pubblica) che gestisce le acque della capitale, l’Águas da Região de Maputo. Di fronte a un indebitamento di circa 700mila meticais (equivalenti a 10mila euro), i rubinetti di buona parte degli istituti scolastici della capitale, dopo mesi di mancati pagamenti, sono stati chiusi. Il risultato è apocalittico. I bagni privi di acqua, emettono un fetore insopportabile, diventando impraticabili.

Le suddette necessità, allora, vengono espletate nelle pareti limitrofe agli stessi servizi igienici, in una promiscuità che mescola ragazzi e ragazze, senza la minima possibilità, da parte di queste ultime, di ripararsi da occhi indiscreti. In alcuni casi i genitori hanno contribuito coi loro pochi risparmi a diminuire il debito della scuola nei confronti delle Águas da Região de Maputo; in altri, è il direttore stesso dell’istituto a portare bidoni di acqua da casa, caricati nella propria automobile privata, prima dell’inizio delle lezioni.

La posizione della direzione dell’Educazione della città di Maputo è chiara: niente dichiarazioni, da parte delle direzioni scolastiche, in merito alla situazione appena descritta, secondo la logica autoritaria che questo paese ha adottato ormai da anni, come se la situazione potesse risolversi non parlandone. E nessuna autorità, né cittadina, né tanto meno ministeriale sembra intenzionata a metter fine a questo abominio.

Nel comparto della sanità le cose non vanno meglio, anzi… A Nampula, presso l’ospedale centrale della capitale del nord, le fratture ormai si fasciano col cartone. Il gesso, infatti, è finito da tempo (circa cinque mesi), e le autorità sanitarie del paese, pur riconoscendo il problema, non hanno idea di come risolverlo.

Ondata di scioperi 

Ad aggravare un quadro già disperato contribuiscono le condizioni delle finanze pubbliche. Il debito sta raggiungendo il 100% del PIL nazionale, mentre le rivendicazioni di varie categorie professionali aumentano. Nei giorni scorsi è stata la volta dei giudici, che hanno annunciato uno sciopero di un mese, a partire dal 9 agosto prossimo. Motivi: la loro mancata sicurezza, e remunerazioni considerate inadeguate. Prima di loro erano stati i professori, e ancora prima il personale infermieristico a entrare in sciopero , esigendo migliori condizioni salariali. Condizioni che un governo sull’orlo del fallimento finanziario non può dare a nessuno, mettendo a repentaglio i servizi essenziali.

La via crucis del cittadino mozambicano non si ferma ai servizi educativi o sanitari. Il trasporto, in Mozambico, rappresenta una vera emergenza, a cui il governo mostra di non sapere rispondere. I treni praticamente non esistono, mentre le strade sia urbane che extra-urbane sono impercorribili. La strada nazionale numero 1 (EN1), l’unica arteria che collega nord e sud del paese, ha larghi tratti intransitabili. I lavori vengono rimandati di anno in anno, mentre i morti per incidenti stradali, nel primo semestre del 2023, erano già 400, per un parco di vetture che supera a stento 1,2 milioni, di cui la metà concentrata nella capitale Maputo.

Il traffico aereo interno, monopolizzato dalla pubblica LAM, è un altro caso disperato. Così disperato da spingere il governo ad affidare la gestione e ristrutturazione a una società sudafricana, la Fly Modern Ark. Questa ha immediatamente denunciato casi gravissimi di corruzione, che hanno contribuito a far precipitare la LAM nell’abisso in cui si trova, nonostante prezzi alle stelle dei biglietti di aerei sempre pieni.

Nell’ultimo viaggio aereo di chi scrive, Maputo-Beira, il volo di andata (fissato per le 6,20 di mattina) è stato cancellato senza alcun preavviso, e fatto partire 12 ore dopo, mentre il ritorno ha avuto un ritardo (sempre senza preavviso) di due ore. Una fortuna, secondo i miei colleghi, per i quali gli orari della LAM sono ormai puramente indicativi, non avendo la società alcuna capacità di programmare i propri voli, così come di avvisare i passeggeri in caso di disagi. E men che mai di ristorarli in qualche modo in caso di cancellamento del volo.

Odissee bancarie 

L’inefficienza si mescola a continui problemi “di sistema” e alla costante violazione dei diritti dei cittadini anche nel settore privato. Il sistema bancario, per esempio, è diventato più burocratico e inefficiente di quello pubblico. Per riattivare un conto corrente che non era stato utilizzato per diversi anni, il parossismo dei documenti richiesti ha superato ogni immaginazione.

Oltre a esigere il codice fiscale mozambicano (non il numero, ma l’originale stampato dal Ministero delle finanze), occorre portare, fra gli altri documenti, la dichiarazione dei redditi dell’entità in cui si lavora, nonché la dichiarazione del segretario di quartiere. Una figura, quest’ultima, rimasta dall’epoca del socialismo realizzato di Samora Machel, espressione del partito di governo e senza alcuna funzione specifica nel contesto istituzionale attuale. Ma che ha il potere di confermare la residenza di qualsiasi cittadino.

Anche di colui che risiede all’estero… La banca, infatti, non si ferma davanti a una carta di identità mozambicana, in cui risulta che l’indirizzo di residenza è in uno stato estero. Occorre quella dichiarazione del segretario di quartiere: beninteso, di un qualsiasi quartiere, basta che si trovi all’interno del recinto urbano. Così, fra un “problema di sistema” informatico della banca, che può durare un giorno intero, e l’irriducibilità dei funzionari che devono “confermare i dati”, la speranza è che quella dichiarazione dal sapore molto vintage ed estorta per poche centinaia di meticais e per scrivere il falso, possa funzionare per avere di nuovo accesso ai propri soldi sul proprio conto corrente. Con cui pagare, poi, quei pessimi servizi giunti ormai a un punto di definitivo collasso.

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