Mozambico: il partito che sostiene Mondlane escluso dalle elezioni
Mozambico Politica e Società
La sua candidatura resta in piedi, in teoria, ma ora si aprono scenari difficili da definire
Mozambico: il partito che sostiene Venâncio Mondlane escluso dalle elezioni
È l'aspirante alla presidenza più temuto dal FRELIMO. E ora la strada per lui si complica...
19 Luglio 2024
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 4 minuti
Foto dal profilo Facebook di Venâncio Mondlane

In parte era nell’aria, in parte è esplosa come una bomba a orologeria. La notizia è stata annunciata dal portavoce della CNE (Commissione Nazionale delle Elezioni) in una conferenza-stampa del 18 giungo scorso: la CAD, l’allenza di piccoli partiti che sostiene la candidatura di Venâncio Mondlane, la più temuta dal partito-stato FRELIMO per via della popolarità del politico, soprattutto fra i giovani, è stata esclusa dalle prossime elezioni che si terranno il 9 ottobre in Mozambico.

La candidatura presidenziale di Venâncio Mondlane resta intatta, ma la lista dei partiti che lo sosteneva, denominata, appunto, CAD, non potrà concorrere per le elezioni legislative che assegnano i 250 posti in parlamento. Si è creato, così, un vulnus giuridico: Venâncio Mondlane, candidatosi non come indipendente, ma come espressione di un’alleanza politica, potrà diventare presidente della repubblica, ma senza i partiti di riferimento…Un inedito, perfino nel variegato panorama giuridico-elettorale mozambicano.

Le ragioni politiche e quelle giuridiche

Da un punto di vista politico, la logica dell’esclusione è chiara: ripercorre in parte quanto accaduto nel 2009, col Movimento democratico del Mozambico (MDM), in piena ascensione e guidato da un leader carismatico (Daviz Simango, scomparso a causa del COVID-19). Simango era appena uscito dalla RENAMO conquistando, con una lista civica, il comune di Beira, centro più rilevante del centro del paese, minacciando sia l’egemonia del partito di governo (FRELIMO), così come il ruolo di seconda forza politica del suo ex-partito. La misura, al tempo, fu escludere l’MDM da 9 dei 13 circoli elettorali, tagliando alla radice qualsiasi velleità di effettivo protagonismo sia del partito che del suo candidato presidenziale.

Oggi, quanto sta accadendo con Mondlane riproduce la stessa logica: identificazione del “nemico”, limitazione del rischio politico mediante misure di Lawfare (il diritto piegato agli interessi di una parte politica), forzandolo a misurarsi, ancora una volta, con pratiche giuridiche sfiancanti (leggasi ricorso al Consiglio Costituzionale) che lo distrarranno dalla pre-campagna elettorale già in corso, e i cui esiti sembrano scontati.

Dal punto di vista giuridico, le motivazioni appaiono deboli e meramente formali. In sintesi, la decisione della CNE si basa su due questioni: innanzitutto, sulla clausola, prevista dall0’articolo 8 della legge elettorale vigente, secondo la quale quei partiti che si alleano per concorrere alle elezioni politiche devono farlo entro 15 giorni dalla data in cui l’accordo è stato stipulato. Nel caso della CAD, l’accordo è stato siglato il 27 aprile, ma comunicato soltanto il 18 giugno, fuori, quindi, dai tempi previsti.

Notificata di questa e di altre irregolarità minori, la CAD ha presentato un nuovo documento, il 28 giugno, in cui è stata registrata una discrepanza fra coloro che avevano siglato l’accordo del 27 aprile e i partiti che constano nel documento consegnato il 28 giugno alla CNE. Due piccole formazioni politiche, infatti, CDU e PEMO, avevano dichiarato pubblicamente di voler uscire dall’alleanza a sostegno di Venâncio Mondlane, fatto che ha comportato la suddetta discrepanza fra l’accordo originale e quello attualmente nelle mani della CNE, mancando un atto che comprovi la modifica dell’alleanza.

Ultima speranza: il Consiglio Costituzionale

L’ultima speranza, per la CAD, è il ricorso al Consiglio Costituzionale, l’istanza suprema che stabilirà, in via definitiva, se l’alleanza a sostegno della candidatura di Mondlane sarà riammessa alle elezioni legislative. Il candidato alla presidenza ha rilasciato, per il momento, dichiarazioni non incendiarie, mostrandosi fiducioso di quanto il Consiglio  vorrà deliberare. Una maniera, in parte, per prendere tempo e non surriscaldare ulteriormente animi già sufficientemente tesi.

Se, però, la decisione verrà mantenuta, gli scenari che si aprono andranno a modificare tutta la campagna elettorale. Interessante sarà anche capire la posizione dei paesi occidentali, da cui dipendono, in larga parte, le misere finanze mozambicane. La partita, insomma, è appena iniziata, e il 9 ottobre appare ancora lontano. 

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