Gli africani restano per lo più fortemente a favore della democrazia, prediletta rispetto a qualsiasi altra forma di governo, secondo il più recente rapporto dell’organizzazione di ricerca panafricana Afrobarometer. Questo nonostante le mille pecche presenti nella politica di governi che si definiscono democratici.
Secondo il corposo Africa Insights 2024, il 66% degli africani coinvolti ha mostrato il proprio apprezzamento per il sistema di governo democratico, anche se nell’ultimo decennio in molti paesi il sostegno popolare alla democrazia è calato drasticamente e l’opposizione ai governi militari si è indebolita.
Altri dati dicono che “l’80% respinge un governo centrato su una sola persona, il 78% un governo monopartitico e il 66% un governo militare”.
I risultati, secondo il rapporto, il primo di una serie annuale su argomenti ad alta priorità, si basano su 53.444 interviste faccia a faccia e su dati che coprono oltre 10 anni di ricerca in 39 paesi.
Meno della metà (45%) degli africani intervistati ritiene che il proprio paese sia per lo più o completamente democratico e solo il 37% si dichiara soddisfatto del modo in cui funziona la democrazia nella sua nazione. Inoltre, “sempre più africani sono disposti a tollerare l’intervento militare se i leader eletti abusano del potere per i propri vantaggi”.
Nel rapporto si legge che “il vero problema del continente non consiste tanto nel fallimento del sostegno popolare alla democrazia, quanto nell’incapacità dei leader africani di mantenere i propri impegni una volta giunti al potere”. In quanto “la soddisfazione popolare nei confronti della democrazia è altamente dipendente dalla performance economica, sociale e politica” ma “è resistente a fattori economici come la povertà e la cattiva gestione economica”.
In sintesi: la fiducia nella democrazia è indebolita dalle scarse o cattive performance della politica – come il peggioramento della qualità delle elezioni, l’aumento dei livelli di corruzione e la mancata promozione dello stato di diritto – ma non dai fallimenti sul piano economico.
A tale riguardo, il cofondatore e presidente del consiglio di amministrazione di Afrobarometer, Gyimah Boadi, in una tavola rotonda svoltasi per il lancio del rapporto, ha dichiarato: «Circa 30 anni or sono… il ritornello comune nei sondaggi popolari, nelle conferenze accademiche e nel lavoro degli esperti dei media era che agli africani non importasse tanto lo stile di governo, bensì la garanzia di essere governati bene». Boadi, tuttavia, ha denunciato la falsità di tale opinione, in base ai vari sondaggi condotti nei decenni successivi da Afrobarometer.
Il report è in linea con altri studi recenti, come il rispettabile Indice di governance democratica di Mo Ibrahim Foundation, in cui si legge, tra l’altro, che negli ultimi dieci anni “una significativa regressione nei sistemi democratici è stata registrata in tutta l’Africa, soprattutto nei settori dello stato di diritto, della giustizia e delle elezioni”.
Da segnalare il crollo dei consensi al governo democratico in alcune delle democrazie africane di più alto profilo, tra cui Botswana (- 40 punti), Mauritius (- 40 punti) e Sudafrica (- 35 punti).
Comunque sia, Afrobarometer scrive che “in termini di impegno democratico, l’Africa supera l’Asia, il Medio Oriente, il Nordafrica e l’America Latina”.
l rapporto include anche scorecard sulla democrazia nazionale che presentano illustrazioni grafiche dei risultati di Afrobarometer sugli indicatori più critici della domanda e dell’offerta democratica per ciascuno dei paesi esaminati.