Il presidente delle Comore Azali Assoumani ha concesso nuovi e più ampi poteri a suo figlio, Nour El Fath, permettendogli di intervenire in tutte le fasi del processo decisionale del governo, dopo averlo incaricato il mese scorso di coordinare gli affari dell’esecutivo.
I poteri di El Fath includeranno la valutazione dei ministri e l’intervento in tutte le fasi dell’esecuzione delle decisioni del governo, secondo il decreto presidenziale pubblicato questa settimana.
Assoumani, 65 anni, la cui rielezione a gennaio è stata viziata da accuse di frode elettorale, è stato accusato dagli oppositori nella nazione dell’Oceano Indiano di aver già pianificato per suo figlio di sostituirlo quando terminerà il suo mandato.
L’avvocato franco-comoriano Saïd Larifou, commentatore politico, ha dichiarato: «Non c’è dubbio che il colonnello Azali Assoumani, concedendo prerogative presidenziali e costituzionali a suo figlio, sta preparando quest’ultimo a succedergli come presidente».
A tale accusa non si è verificata alcuna reazione da parte del presidente. E lo stesso El Fath non ha voluto dare risposta dopo la richiesta di un commento.
La portavoce del governo, Fatima Hamada, ha chiarito che il decreto presidenziale si limita a formalizzare le prerogative di El Fath come segretario generale.
Il quarantenne El Fath ha lavorato dal 2019 come consigliere economico di Assoumani prima di assumere lo scorso 1° luglio la carica di segretario generale del governo.
Le Comore, un gruppo di tre isole al largo della costa del Mozambico, hanno una popolazione di circa 800mila abitanti. In esse si sono verificati ben 20 colpi di stato o tentativi di golpe da quando, nel 1975, ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia.
Lo stesso Assoumani salì al potere per la prima volta nel 1999 con un colpo di stato e dal 2002 ha vinto quattro turni di elezioni. Le riforme costituzionali del 2018 hanno prolungato da cinque a dieci anni il periodo di rotazione della presidenza tra le tre isole principali.
El Fath non avrebbe quindi diritto a sostituire suo padre alla fine del mandato presidenziale nel 2029, a meno che la Costituzione non venga nuovamente modificata.