I vescovi dell’Africa meridionale richiamano il governo del Sudafrica dicendosi allarmati per le notizie sulla presenza e le operazioni finanziarie di individui legati all’ISIS nel paese.
«Non ho sentito molte reazioni da parte del governo in merito; forse lo ritiene insignificante», ha affermato il vescovo sudafricano Sithembele Sipuka, presidente della Southern African Catholic Bishops Conference (SACBC), che riunisce prelati di Botswana, Sudafrica ed Eswatini, durante il suo discorso di apertura dell’incontro tenuto dal 5 al 9 agosto.
Sipuka si è detto preoccupato che le attività dello Stato Islamico in paesi come la Nigeria e il vicino Mozambico possano diffondersi anche al Sudafrica.
L’allarme dei vescovi si basa su rapporti di organismi internazionali che monitorano l’attività terroristica, secondo i quali l’ISIS usa il Sudafrica come centro per spostare fondi da una parte all’altra del continente.
Tra questi il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti che nel marzo 2022 aveva designato alcuni individui ed entità che operavano in Sudafrica come intermediari nelle operazioni di finanziamento del gruppo islamista.
In particolare Abubakar Swalleh, indicato come un agente dell’ISIS con sede in Sudafrica e Zambia coinvolto nel trasferimento fisico di fondi dal Sudafrica alla Repubblica democratica del Congo.
Secondo il Tesoro americano, inoltre, Swalleh si occupa anche dello spostamento di persone affiliate al gruppo terrorista dall’Uganda al Sudafrica e viceversa.
Facilitatore e formatore dell’ISIS con sede in Sudafrica sarebbe invece Zayd Gangat, mentre dalla Rd Congo Hamidah Nabagala opererebbe come intermediario per i flussi finanziari dello Stato Islamico nell’Africa centrale.
Questi individui, si legge nel rapporto, “fungono da collegamenti critici tra le operazioni dell’ISIS a distanza, tra cui affiliati dell’ISIS nella Rd Congo, Mozambico, Somalia e cellule dell’ISIS in Sudafrica, consentendo alla leadership dell’ISIS di sfruttare le capacità di ogni affiliato per condurre attacchi terroristici che minano la pace e la sicurezza nella regione”.
Più recentemente poi, un altro rapporto, pubblicato nel marzo scorso dal Counter-ISIS Finance Group (CIFG), un organismo internazionale guidato da Stati Uniti, Arabia Saudita e Italia, afferma che le banche con sede in Sudafrica sono diventate canali per i trasferimenti di denaro dell’IS.
Che utilizza questi canali per trasferire fondi dalla sua sede continentale in Somalia alle sue cellule regionali.