Centinaia di membri della comunità maasai hanno bloccato la strada principale del Parco nazionale di Ngorongoro, nel nord della Tanzania, per protestare contro la negazione del loro diritto di voto e la perdita delle loro terre ancestrali.
Un rapporto della ong Human Rights Watch dello scorso luglio dal titolo “It’s Like Killing Culture” (È come uccidere una cultura) documenta l’esistenza di un programma di ricollocazione che il governo ha avviato nel 2022 con l’obiettivo di sfrattare e trasferire 82.000 maasai a 600 chilometri dalla loro terra ancestrale.
Anche se gli appartenenti alla comunità non vogliono sommettersi a questo provvedimento, la violenza fisica, le restrizioni all’accesso all’acqua e il ritiro del personale medico dalla zona li stanno costringendo a lasciare le loro case. Altre fonti segnalano che il numero di persone che rischiano di perdere la loro casa è ancora maggiore, è si attesterebbe attorno alle 110mila.
Secondo quanto sostenuto dal governo di Dodoma, lo spostamento è necessario per preservare l’area protetta di Ngorongoro, patrimonio mondiale dell’UNESCO. La costante crescita della popolazione maasai e delle sue greggi è ritenuto infatti una possibile minaccia per la conservazione dell’area naturale. Secondo funzionari il trasferimento è volontario. Affermazioni queste, smentite dai residenti della zona, per i quali si starebbe anche preparando una legge per proibire a qualsiasi residente di rimanere nel terreno del parco.
La questione elettorale
Sebbene il rifiuto dell’accesso ai servizi di base non sia un problema nuovo a Ngorongoro, l’ultima protesta è soprattutto una reazione alla presunta negazione del diritto di voto di cui la comunità sarebbe oggetto in vista delle elezioni locali del prossimo novembre e alle elezioni parlamentari dell’ottobre 2025.
Il 3 agosto alcuni leader della comunità di maasai hanno convocato una conferenza stampa per denunciare il trasferimento degli iscritti ai registri elettorali da Ngorongoro a Msomera, a 370 chilometri di distanza, da parte della Commissione elettorale nazionale indipendente (INEC). Nell’area in cui sono stati già spostati gli aventi diritto è andato a vivere finora solo il 2% dei residenti di Ngorongoro.
«Quando il governo ha pubblicato un ordine avvisando dove sarebbe stata realizzata la registrazione dei votanti e dove sarebbero stati ubicati i seggi elettorali, non è stato menzionato il distretto di Ngorongoro, che è di 8.000 chilometri quadrati e conta con 100.000 elettori, la maggior parte dei quali maasai», ha affermato l’avvocato Joseph Oleshangay, attivista per i diritti umani della Maasai International Solidarity Alliance (MISA), un’alleanza di organizzazioni internazionali che sostiene i maasai della Tanzania settentrionale.