Stop a navi con bandiera di Eswatini nei porti emiratini
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Molte imbarcazioni pagano per battere bandiera di paesi africani
Vietato l’ingresso nei porti emiratini a navi con bandiera di Eswatini
Il sospetto è che facciano parte della flotta ombra russa che trasporta petrolio per aggirare le sanzioni imposte dall’Occidente. Il piccolo stato africano non ha sbocchi sul mare
22 Agosto 2024
Articolo di Redazione
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Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno vietato l’ingresso nel paese alle navi battenti bandiera dell’Eswatini, dopo aver imposto uno stop, all’inizio dell’anno, all’ingresso anche a quelle battenti bandiera del Camerun.

È un’operazione che rientra nella crescita delle cosiddette “flotte ombra” od “oscure” che trasportano petrolio.  In questo caso il sospetto è che sia petrolio russo.

Nello specifico, il provvedimento vieta alle navi di fare scalo nelle acque e nei porti degli EAU, a meno che non siano classificate e autorizzate dall’agenzia marittima International Association of Classification Societies o dall’ente marittimo emiratino Tasneef.

Senza sbocco

Sono 26 le navi che battono bandiera dell’Eswatini, nazione dell’Africa meridionale  che non ha uno sbocco sul mare. Già lo scorso anno il paese era stato al centro dell’attenzione dei media, quando è stata costituita come società privata a Singapore l’Eswatini Maritime Affairs and International Ship Registry.

Da allora, l’Organizzazione marittima internazionale ha elencato un certo numero di imbarcazioni che hanno pagato per battere bandiera della nazione africana. Le cosiddette “false Eswatini”.

Queste imbarcazioni farebbero parte di quella flotta ombra di navi utilizzate per aiutare la Russia a far circolare le forniture sanzionate. Tra gli altri paesi africani, le cui navi sono state inserite nella lista nera, figurano São Tomé e Príncipe, Guinea Equatoriale, Tanzania, Camerun e Congo. 

Gli “stati di bandiera” sono essenziali per mantenere gli standard di sicurezza nelle spedizioni globali. Per le petroliere, la Liberia e le Isole Marshall sono tra i maggiori fornitori. Ma dopo l’invasione dell’Ucraìna sono emerse una serie di bandiere meno note, e di cui si dubita sulla loro solidità in fatto di standard di sicurezza.

Porti sicuri

E Mosca non utilizza solo navi battenti bandiere di paesi africani. Ma cerca anche porti sicuri.

Nell’Atlantico occidentale, impossibilitati a far fermare le proprie navi per rifornimento di carburante e riparazioni al porto di Las Palmas, nelle Isole Canarie, hanno iniziato a guardare con più interesse agli scali marocchini. Secondo Africa Intelligence, in questi mesi Mosca si sarebbe aggiudicata un posto al sole in particolare nei porti di Casablanca e Agadir.

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