In un discorso alla televisione in occasione della celebrazione, il 16 settembre, del primo anno dalla creazione dell’Alleanza degli stati del Sahel (AES) – il blocco regionale istituito nel 2023 dai leader militari golpisti di Mali, Niger e Burkina Faso – il presidente di transizione maliano Assimi Goita ha dichiarato che l’alleanza ha in progetto la creazione di una forza militare congiunta per contrastare le crescenti sfide alla sicurezza poste nei loro paesi dai gruppi terroristici.
Ha inoltre annunciato che sarà introdotto nei tre paesi un passaporto biometrico al fine di facilitare la mobilità dei cittadini nelle tre nazioni e di consolidare la cooperazione e la sicurezza nell’immensa area dove vivono circa 72 milioni di persone.
I tre paesi del Sahel, come noto, si erano ritirati a fine gennaio dalla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (ECOWAS/CEDEAO), che aveva tra l’altro minacciato di intervenire militarmente in Niger dopo il colpo di stato avvenuto nel luglio 2023.
Lo scorso luglio i leader dei tre governi militari avevano tenuto il loro primo vertice congiunto nella capitale nigerina Niamey, quando annunciarono la creazione della confederazione dei tre stati saheliani.
«Questa cooperazione ha contribuito a indebolire significativamente i gruppi terroristici, – ha aggiunto Goita nella sua dichiarazione – collaborando così a migliorare la sicurezza nella regione». E ha concluso che l’AES è «aperta al dialogo con partner internazionali e sub-regionali».
L’intento dei tre alleati è anche di lanciare una stazione televisiva prodotta in comune.
L’intervento di Goita ha fatto seguito a un incontro, sempre ieri a Bamako, tra alti diplomatici dei tre stati, finalizzato a “identificare azioni e misure” per il coordinamento della diplomazia tra i paesi membri dell’Alleanza.