Mozambico: un voto per la democrazia - Nigrizia
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Il paese è a un bivio, in ballo c'è una sostanziale rinuncia al sistema multipartitico
Mozambico: un voto per la democrazia
Il cammino verso il voto è segnato da accuse di frodi e voci di possibili connivenze fra Frelimo e Renamo
04 Ottobre 2024
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 4 minuti
Elezion in Mozambico. Foto dal profilo Flickr del Segretariato del Commonwealth

Non sarà un voto qualunque, quello del prossimo 9 ottobre in Mozambico. L’elezione diretta del nuovo presidente, insieme al rinnovo del parlamento e dei consigli regionali, che eleggeranno, a loro volta, i nuovi governatori, determinerà da che parte del mondo starà il Mozambico: se, cioè, coi regimi democratici, o fra quei paesi che hanno fatto un percorso ormai lungo (la prima Costituzione pluralista fu approvata nel 1990, le prime elezioni libere furono svolte nel 1994), ma che poi lo hanno abbandonato, forse definitivamente.

Gli ultimi giorni di campagna elettorale stanno scorrendo fra le mirabolanti promesse dei quattro candidati (Daniel Chapo per il Fronte di liberazione del Mozambico – Frelimo, Ossufo Momade per la Resistenza nazionale mozambicana – Renamo, Lutero Simango per il Movimento democratico del Mozambico e Venâncio Mondlane per Podemos), abbassando continuamente il livello della proposta politica.

Ma non è soltanto questo: ciò che più preoccupa sono le condizioni “oggettive” in cui si andrà al voto. Tradotto: se la volontà degli elettori sarà o meno rispettata da parte delle istituzioni che dovrebbero garantire la massima trasparenza elettorale, in primo luogo la CNE (Commissione Nazionale Elettorale), con le sue diramazioni regionali, e lo STAE, il suo braccio operativo.

Massima tensione

Il clima evoca una tensione massima, soprattutto fra i due candidati più accreditati, Chapo e Venâncio Mondlane. Il primo è, sulla carta, il favorito, visto che rappresenta un partito, il Frelimo, che dall’indipendenza ottenuta dal Portogallo nel 1975 ha sempre governato il paese, potendo contare su un apparato (del partito e dello stato) che non ha mai dato prova di smagliature.

Il secondo è l’outsider con già una larga esperienza politica, che sta infiammando le masse, dopo che proprio quelle istituzioni di controllo del voto, CNE in primo luogo, gli hanno negato una vittoria nitida per la conquista del comune di Maputo, alle scorse elezioni amministrative di ottobre 2023. Ritrovandoselo, oggi, come minaccia incombente.

Come disinnescare il rischio-Mondlane è difficile, per un Frelimo che esce a pezzi da dieci anni di governo Nyusi, con una povertà che è aumentata di quasi il 90%, una corruzione dilagante e un fronte, quello di Cabo Delgado, ancora non stabilizzato rispetto agli attacchi terroristici.

L’ombra del negoziato

Le ultime, improvvide dichiarazioni di Ossufo Momade, leader di una Renamo in piena crisi, hanno fatto scattare ulteriori allarmi, nei suoi sostenitori e, più in generale, di tutti i partiti di opposizione: Momade, in un comizio, ha infatti dichiarato quanto in molti già sospettavano: che, nelle recenti elezioni amministrative del 2023, vi sarebbe stato un negoziato post-voto col Frelimo per redistribuire i comuni in cui i candidati della Renamo (fra cui Maputo, visto che Mondlane correva per il partito di Momade) avrebbero sconfitto quelli del Frelimo. Questa volta, però, la Renamo non avrebbe ceduto alle lusinghe del partito-stato.

Numerosi video che circolano nelle reti sociali stanno informando rispetto alle manovre che il Frelimo e il suo poderoso apparato di stato starebbero approntando al fine di scongiurare quella che passerebbe alla storia come una epica sconfitta, o, nella migliore delle ipotesi, una risicata vittoria al secondo turno.

Inoltre, il Consiglio Costituzionale – uno dei protagonisti delle frodi elettorali del 2023 – ha autorizzato la CNE a utilizzare le urne delle precedenti elezioni, mentre la nuova legge elettorale aveva disposto che nuove urne, trasparenti, dovessero essere impiegate per questa tornata elettorale, proprio per diminuire le possibilità di frodi.

La grande differenza fra queste elezioni e tutte le altre fino a questo momento realizzatesi è che gli elettori mozambicani, specialmente i più giovani, sono ormai ben istruiti rispetto ai vari meccanismi di frode che il partito-stato potrebbe mettere in piedi: il loro controllo sarà serrato, seggio per seggio, urna per urna, pensando a un cambiamento impersonato dalla figura di Venâncio Mondlane, che ha ormai assunto le connotazioni di un vero messia. E che sta contribuendo con denunce alla Procura della Repubblica per delitti elettorali commessi dal Frelimo contro la trasparenza di questo importante voto.

Con questo clima il Mozambico si presenta alle urne per le elezioni più importanti della sua storia: saranno i suoi elettori, ma forse ancora di più le sue istituzioni a dover scegliere se stare dalla parte della democrazia, o ridurre le elezioni al solito meccanismo confermativo di chi già governa il paese da quasi cinquant’anni, a dispetto della volontà degli elettori.

Lo spettacolo sta per iniziare; la speranza di tutti è che non si tratti di un film dell’orrore, ma di un’avventura fra avversari leali, che potrà essere raccontata a figli e nipoti, con un briciolo di orgoglio.

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