Il governo della Tanzania ha sospeso per 30 giorni la pubblicazione di alcuni dei principali quotidiani del paese, tra cui Citizen, in lingua inglese.
La causa è da rintracciare in un video di appena un minuto diffuso nei loro siti web e che ha rapidamente fatto il giro della rete. Video che, stando a quanto sostenuto dalla Tanzania Communications Regulatory Authority (TCRA), rischierebbe di “minare e danneggiare l’unità nazionale e la pace sociale”.
A rendere così pericoloso il contenuto del video è la raffigurazione di una donna, dall’aspetto molto simile alla presidente Samia Suluhu Hassan, intenta a scorrere tra canali guarda la televisione, mentre su tutte le reti vengono rappresentati gli innumerevoli casi di sparizioni di dissidenti verificatisi negli ultimi due anni in Tanzania, con un’impennata negli ultimi mesi.
Ultimo e più noto, l’omicidio dell’oppositore Mohamed Ali Kibao, che è stato prima sequestrato e poi torturato a morte all’inizio dello scorso settembre. Ma Kibao è solo la punta dell’iceberg, oltre a lui sono scomparsi circa 83 attivisti da inizio anno.
A vedere sospese le proprie licenze online insieme a Citizen, anche Mwananchi e Mwanaspoti. Il direttore di Citizen ha però dichiarato che continuerà a pubblicare la versione cartacea del quotidiano per tutta la durata dei trenta giorni e che l’animazione è stata ritirata dal web perché “fraintesa nel suo intento originale”.
Nonostante la TCRA neghi che questo abbia a che fare con una limitazione della libertà di stampa, diversi giuristi e difensori dei diritti umani hanno sottolineato come negli ultimi tempi la maglia della libertà di espressione è andata sempre più restringendosi nel paese.