Sahara Occidentale: bocciati gli accordi Marocco-Unione Europea
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La sentenza conferma la nullità degli accordi pronunciata nel settembre 2021 anche dal Tribunale dell’UE
Sahara Occidentale: la Corte di giustizia dell’UE boccia gli accordi Marocco-Unione Europea
Il documento sottoscritto nel 2019 da Bruxelles e Rabat permetteva alle navi battenti bandiere di paesi europei di pescare nelle acque territoriali sahrawi, con un riconoscimento implicito che quella fetta di territorio fosse marocchino. In Francia anche pomodori e meloni indicheranno come origine il Sahara Occidentale e non una provenienza marocchina
07 Ottobre 2024
Articolo di Luciano Ardesi
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La Corte di giustizia dell’Unione Europea, che ha sede a Lussemburgo, ha bocciato lo scorso venerdì 4 ottobre ancora una volta l’Accordo commerciale tra l’UE e il Marocco del 2019 relativamente al territorio del Sahara Occidentale, fondamentalmente perché l’accordo e le sue integrazioni non rispettano il diritto all’autodeterminazione del popolo sahrawi, il cui parere non è stato acquisito.

La sentenza conferma, dunque, la nullità degli accordi pronunciata nel settembre 2021 dal Tribunale dell’UE, e contro cui la Commissione e il Consiglio europeo avevano fatto ricorso, unitamente ad alcuni paesi europei tra cui Spagna e Francia.

Stop ai pescherecci europei nelle acque territoriale sahrawi

Poiché nel frattempo sono stati stipulati accordi che consentono alle navi battenti bandiera dei paesi dell’UE di pescare nelle acque territoriali sahrawi, la sentenza prevede una sospensione per 12 mesi dei suoi effetti, per non mettere in difficoltà gli impegni internazionali dell’Unione stessa.

Al di là della complessità giuridica di una questione che si trascina dal 2019, il valore politico di questa sentenza è evidente ed è triplice. Il Marocco non ha alcuna base giuridica per affermare come proprio il territorio del Sahara Occidentale, che ha invaso a partire dal 1975 e che occupa oggi militarmente per circa i 2/3, e non può dunque disporre delle sue ricchezze.

Violati i principi europei e del diritto internazionale

La Commissione europea persevera, violando i principi dell’UE e del diritto internazionale, nel voler estendere al territorio del Sahara Occidentale e delle sue acque territoriali gli accordi commerciali, agricoli e di pesca con il Marocco, poiché analoghi accordi erano già stati sanzionati da sentenze della stessa Corte europea nel 2016 e nel 2018.

Infine il Polisario, il Fronte di liberazione del Sahara Occidentale, viene nuovamente riconosciuto come titolare dei diritti del popolo del Sahara Occidentale e può legittimamente citare in giudizio gli organi dell’Unione europea.

Pomodori e meloni sahrawi, non francesi

Da sottolineare che lo stesso giorno e con un’altra sentenza, la Corte dell’UE ha dato ragione alla Confederazione contadina francese contro il ministero dell’agricoltura che accettava l’etichettatura del pomodoro ciliegino e dei meloni coltivati nel Sahara Occidentale come prodotti proveniente dal “Marocco”.

La Corte ha imposto, dunque, che le etichette di questi prodotti indichino d’ora in poi come origine il “Sahara Occidentale”, considerato anche dal punto di vista doganale, distinto dal Marocco.

Vittoria su tutti i fronti

Una vittoria a tutto campo per i sahrawi.  Si tratta ora di vedere come la nuova Commissione dell’UE intende reagire a questa ennesima conferma dei principi che la Corte ha costantemente sostenuti nel corso di questi anni e a cui l’UE non ha mai voluto sottostare, subendo il ricatto del Marocco soprattutto in materia di migrazioni. Spagna e Francia hanno recentemente preso posizione contro l’autodeterminazione dei sahrawi e a favore delle rivendicazioni marocchine, che secondo il diritto internazionale non sono sostenibili. Il presidente francese Macron è intanto atteso a Rabat entro la fine del mese.

Rinnovo Minurso?

Incominciano domani al Consiglio di sicurezza dell’ONU le consultazioni in vista del rinnovo del mandato della missione dei caschi blu nel Sahara Occidentale (MINURSO) che scade il prossimo 31 ottobre. L’inviato personale del Segretario generale dell’ONU per il Sahara Occidentale, Staffan De Mistura, ha fatto visita nei giorni scorsi ad Algeri, dove ha incontrato il ministro degli Esteri, e nei campi profughi sahrawi in Algeria dove ha incontrato i dirigenti del Polisario, tra cui il suo segretario generale e presidente della RASD Brahim Ghali.

La missione viene da tempo ricondotta di anno in anno, ma la sua funzione di salvaguardare il cessate il fuoco, che durava dal 1991, è venuta meno da quando il Marocco ha riacceso le ostilità nel novembre 2020 e il Polisario ha ripreso la resistenza armata, senza parlare della organizzazione del referendum di autodeterminazione per la quale era stata appositamente istituita e di cui il Consiglio di sicurezza ormai non parla più nelle sue risoluzioni.

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