Etiopia: Taye Astike Selassie è il nuovo presidente
Etiopia Politica e Società
Sahle-Work Zewde, prima presidente donna del paese, lascia anzitempo l’incarico
Etiopia: l’ex ministro degli Esteri Taye Astike Selassie è il nuovo presidente
08 Ottobre 2024
Articolo di Redazione
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Il passaggio di consegna della Costituzione tra la presidente uscente Sahle-Work Zewde e il suo successore Taye Astike Selassie (Credit: Rwanda Broadcasting Agency/X account)

Dal 7 ottobre l’Etiopia ha un nuovo capo dello stato, l’ex ministro degli Esteri Taye Astike Selassie.

La nomina di Selassie, stretto alleato del primo ministro Abiy Ahmed, è stata approvata ieri dalle due camere del parlamento in seduta congiunta.

Il politico, già ambasciatore alle Nazioni Unite, a Washington, Stoccolma e Il Cairo, succede a Sahle-Work Zewde, il cui mandato sarebbe scaduto tra una ventina di giorni, ma che ha deciso di anticipare la sua uscita di scena.

Le dimissioni di Sahle-Work sono state interpretate da molti come un segno di insofferenza nei confronti delle politiche portate avanti negli ultimi anni da Abiy, che l’aveva scelta nell’ottobre 2018 facendola diventare la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente nella storia del paese.

Il 5 ottobre con un post su X la 78enne ormai ex presidentessa citava una canzone: “Quando l’essere umano è turbato e quando il tempo lo spinge: quando non ha via d’uscita, il silenzio è l’unica speranza”. E io, aggiungeva, “l’ho provato per un anno”.

Una frase che lasciava trasparire la sua insofferenza e il desiderio di lasciare l’incarico. Cosa che ha fatto ieri con un passaggio di consegne nel quale non ha pronunciato parola.

In Etiopia il capo dello stato riveste un ruolo prevalentemente cerimoniale, mentre il potere politico è affidato alla figura del primo ministro che con questo cambio di scena sembra dunque aver preferito garantirsi il sostegno di un più fido alleato in un momento di gravi crisi interne ed esterne.

Sul piano interno la guerra che l’esercito sta conducendo contro le milizie FANO in Amhara e le pericolose fratture nel Fronte di liberazione popolare del Tigray (TPLF), milizia-partito che amministra l’omonimo stato federale.

Sul fronte regionale ci sono invece le crescenti tensioni con la Somalia per l’accordo di cessione ad Addis Abeba di parte della costa del Somaliland, stato auto-proclamatosi indipendente nel 1991 che la Somalia considera ancora parte del suo territorio.

Tensioni aumentate in seguito allo schieramento dell’Egitto – con cui l’Etiopia ha un decennale contenzioso aperto sull’utilizzo delle acque del Nilo – a difesa della sovranità di Mogadiscio su Hargeisa. Un presidente della repubblica con un passato diplomatico al Cairo potrebbe dunque fare comodo a Abiy in questa delicata fase.

La nomina Taye Astike Selassie a capo dello stato è “uno sviluppo promettente sia per l’Etiopia che per la Repubblica del Somaliland”, scrive su X l’ex ambasciatore del Somaliland Hassan Yassin, “che rafforza i legami e la cooperazione regionale”. Un messaggio piuttosto chiaro diretto in particolare a Mogadiscio.

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