Dopo aver bandito, nel 2022, l’uso di modelli e doppiatori stranieri nelle pubblicità, la Nigeria si appresta a muovere un altro passo nazionalista con il divieto di trasmettere cartoni animati stranieri.
A comunicare il nuovo intento censorio è stato il direttore generale dell’Agenzia di orientamento nazionale (National Orientation Agency – NOA) Lanre Issa Onilu, nell’ambito di una più vasta campagna per promuovere la nuova Carta dei valori nazionali.
L’esclusione dei cartoni animati stranieri dai canali tv nigeriani, ha spiegato Onilu, servirà a “promuovere e preservare i nostri valori nazionali”, minacciati, secondo il funzionario, dall'”infiltrazione di culture straniere nelle case nigeriane attraverso i personaggi dei cartoon”.
Il piano, che avrebbe già ottenuto il via libera del presidente Bola Tinubu, prevede la sostituzione dei cartoni animati provenienti dall’estero, con altri, prodotti in Nigeria.
“Siamo preoccupati che la Nigeria stia dando alla luce bambini con comportamenti stranieri”, ha spiegato Onilu. “Abbiamo notato che i nostri bambini imparano molti atteggiamenti stranieri attraverso i cartoni animati di altri paesi”, quindi, ha proseguito, “li sostituiremo con cartoni animati locali che promuovono il nostro carattere e la nostra cultura”.
Sarebbe interessante a questo punto capire quali siano i “comportamenti stranieri” che tanto preoccupano le autorità nigeriane. Forse una mentalità più aperta nel trattare temi come la sessualità, la religione, l’emancipazione femminile, i diritti?
Altrettanto interessante sarebbe anche capire chi siano gli stranieri a cui fa genericamente riferimento Onilu. Le grandi produzioni occidentali, dominate da Stati Uniti e Giappone, o anche le nascenti, ma già brillanti, cartoon factory africane?
In ogni caso appare evidente come la campagna nazionalista delle autorità nasconda l’evidente miopia di una classe politica abituata a guardare solo il proprio ombelico.
Quella di non vedere la realtà di un paese di oltre 234 milioni di abitanti con un’età media attorno ai 17 anni, sempre più proiettato verso un futuro tecnologico e di interscambio con il resto del mondo. Anche grazie alle tante piattaforme online che trasmettono in streaming ogni tipo di contenuti.