Il ricordo di Gustavo Gutiérrez, icona della teologia della liberazione
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Il celebre teologo peruviano morto il 22 ottobre lascia in eredità un messaggio oggi più che mai attuale
L’impronta indelebile di Gustavo Gutiérrez, icona della teologia della liberazione
Con lui si chiude una stagione di figure straordinarie che hanno contribuito alla costruzione di una Chiesa coraggiosa, al fianco dei più poveri in paesi dominati per decenni da dittature e sistemi repressivi
24 Ottobre 2024
Articolo di Redazione
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Gustavo Gutiérrez (Credit: video screenshot)

Ci ha lasciati il 22 ottobre a 96 anni Gustavo Gutiérrez, padre fondatore della teologia della liberazione, autentica icona per gli impoveriti dell’America Latina e per tutti coloro che, seguendo il suo pensiero e i valori evangelici più profondi, si sono uniti ai poveri nelle loro lotte per la giustizia e l’uguaglianza.

Gutiérrez chiude una stagione di figure straordinarie, nello scenario delle chiese latino-americane, che hanno contribuito alla costruzione di una Chiesa coraggiosa, della democrazia e della libertà in paesi dominati per decenni da dittature e sistemi repressivi che hanno provocato innumerevoli vittime e ridotto in povertà milioni di persone.

Basti ricordare Hèlder Camara, il “vescovo rosso” di Olinda e Recife, nel nord-est del Brasile, convertito dai poveri, morto oltre 20 anni or sono, che dichiarava: «Quando dò da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista».

Con altre modalità, lo stesso è successo a Gutiérrez, tacciato spesso, da alcune espressioni della chiesa istituzionale, da tanti ecclesiastici e movimenti integralisti, come pure da governi dispotici, di aver sviluppato un pensiero teologico e una prassi pastorale che favoriscono il comunismo.

Eppure – come ha spesso scritto e chiarito padre Gutiérrez – la teologia della liberazione, pur servendosi di una terminologia in parte derivata dall’analisi sociale marxista, è nata in realtà dal confronto tra la fede cristiana e la povertà.

La povertà, nella teologia della liberazione, è presente e visibile nel mondo e la bibbia, la fede cristiana e soprattutto il messaggio evangelico, hanno una parola da dire su questo. Gutiérrez ha scritto che è fondamentale per la Chiesa un’opzione preferenziale per i poveri.

E nella sua riflessione teologica ha dimostrato come la preferenza di Dio per gli impoveriti e gli abbandonati si manifesta lungo tutta la bibbia. La centralità del povero è pertanto stata assunta come affermazione fondamentale della teologia della liberazione.

In una recente intervista Gutiérrez ha affermato: «Non sono mai stato professore di teologia. Sono stato un semplice sacerdote e parroco». E di fronte alle controversie sorte in seguito alla sua riflessione teologica ha testimoniato: «Talvolta è stata dura. Ma la scelta è stata quella di lavorare nella Chiesa, dall’interno. E oggi si assiste a un rinnovamento e a evidenti cambiamenti».

Che dalla teologia della liberazione abbiano tratto ispirazione migliaia di operatori ecclesiali operanti ai livelli più diversi della Chiesa è incontestabile, come confermano i moltissimi pastori e semplici credenti che in ogni continente hanno pagato la propria fedeltà al vangelo e ai poveri pagando con il martirio la propria testimonianza.

E secondo quanto Gutiérrez ha riaffermato di recente, la Chiesa ha il dovere evangelico di essere voce dei senza voce, e lottare perché i senza voce possano finalmente farsi sentire. Si tratta di un impegno senza sosta, perché la povertà è ancora presente in tutto il mondo e ha radici in un’economia spietata, “di morte”, come ha spesso denunciato papa Francesco.

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