Nel giro di pochi giorni, i due riconoscimenti letterari più ambiti del panorama francofono sono andati a due autori che provengono dal continente africano.
Il premio Goncourt e il premio Renaudot sono stati vinti rispettivamente da Kamel Daoud, per Houris, e Gaël Faye, per Jacaranda. Due libri che hanno molto in comune e la cui vittoria è un’ulteriore riprova di come la letteratura africana, troppo a lungo ingiustificabilmente tralasciata, quando non del tutto ignorata, si stia ormai ritagliando uno spazio sempre più di prestigio nel panorama globale. Solo tre anni fa, nel 2021, lo stesso Goncourt era andato allo scrittore senegalese Mohamed Mbougar Sarr, con La più recondita memoria degli uomini.
A conquistare la giuria quest’anno è stato lo scrittore franco-algerino Kamel Daoud. Ha iniziato la sua carriera come giornalista nella sua terra natale negli anni Novanta, prima di trasferirsi in Francia. Autore di diversi romanzi, è noto al grande pubblico soprattutto per aver scritto Il caso Meursault, una rivisitazione dal punto di vista algerino de Lo straniero di Albert Camus.
In Houris, attraverso gli occhi di Aube, una donna rimasta mutilata e muta all’età di cinque anni, Daoud racconta le violenze che hanno attraversato la terribile guerra civile del ‘decennio nero’ che straziò l’Algeria dal 1991 al 2002 e che vide contrapporsi al governo centrale i gruppi islamisti. Una pagina di storia con cui il paese fatica ancora a fare i conti, tanto che attualmente di Houris non esiste un’edizione algerina e anzi al tempo la sua pubblicazione in Francia, lo scorso settembre, ha suscitato forti polemiche. Al punto che all’editore di Daoud, Gallimard, è stato chiesto di non partecipare all’ultima Fiera internazionale del libro di Algeri, la cui 27esima edizione inizia proprio domani, 6 novembre, e dura fino al 26. In Italia invece, la sua pubblicazione è prevista a maggio 2025, per la Nave di Teseo.
Come affrontare i lasciti di una guerra o, in questo caso, di un genocidio, è la domanda che anima anche il romanzo di Faye, artista eclettico franco-rwandese che si divide tra narrativa, poesia slam e canto. Faye era tra i favoriti anche per il premio Goncourt, per il quale ha ricevuto un voto dalla giuria (contro i sei presi da Daoud).
Dopo Piccolo paese, Jacaranda è il suo secondo libro. Le sue pagine ospitano un racconto delicato e profondo del Rwanda post-genocidio, attraverso la narrazione di Marcel e l’infanzia della piccola Stella, nata quattro anni dopo il 1994. Entrambi crescono lontano dalla guerra, Marcel per motivi geografici, in quanto nato in Francia, Stella per motivi anagrafici. Jacaranda è il racconto di un paese che cerca di rimettere insieme i propri pezzi dopo uno squarcio apparentemente irreparabile. (AB)