Algeria: liberati il giornalista Ihsane El Kadi e più di 4mila detenuti
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“Graziati” dal presidente Tebboune in occasione del 70° anniversario dell’inizio della Guerra di Liberazione
Algeria: liberati il giornalista Ihsane El Kadi e più di 4mila detenuti
Tra coloro che hanno beneficiato del provvedimento anche Mohamed Tadjadit, conosciuto come “il poeta dell’Hirak”, e Mohad Gasmi, che si batte sui temi ambientali. Tutti accusati di esaltazione o apologia del terrorismo
06 Novembre 2024
Articolo di Nadia Addezio
Tempo di lettura 4 minuti
El-Kadi-Ihsane

Una decisione totalmente inattesa. Il primo novembre il giornalista algerino Ihsane El Kadi è stato liberato dopo 677 giorni di detenzione. Come lui, il “poeta dell’Hirak” Mohamed Tadjadit. Oltre 4mila i detenuti che hanno ricevuto la grazia dal presidente Abdelmadjid Tebboune.

In occasione del 70° anniversario dell’inizio della Guerra di Liberazione d’Algeria, Ihsane El Kadi, fondatore e direttore delle testate Radio M e Maghreb Émergent, ha lasciato il carcere di El Harrach. Il giornalista era stato messo in custodia cautelare nella sera del 24 dicembre 2022 dagli agenti della Direzione generale della sicurezza interna algerina (Dgsi) per poi essere arrestato il 29 dicembre con l’accusa di “aver ricevuto fondi dall’estero” e aver “minato la sicurezza dello Stato […] e l’ordine pubblico”.

Le mobilitazioni

Per la liberazione di El Kadi si erano mobilitati giornalisti di tutto il mondo, nonché il Parlamento europeo nel maggio del 2023, approvando una risoluzione sul suo caso. Nonostante ciò, El Kadi è stato stato condannato in appello a 7 anni di reclusione – di cui 5 in carcere e due in libertà vigilata – e al pagamento di una multa di 700mila dinari algerini.

Media sotto sigilli

Nel 2022 sono stati messi sotto sigillo i due media da lui fondati. Per quasi due anni i giornalisti e le giornaliste di Radio M hanno lavorato scrivendo articoli anonimamente, malgrado l’impossibilità per i lettori e le lettrici di accedere al sito web della testata senza una rete privata virtuale (VPN). Tutto ciò

fino allo scorso giugno, quando la Corte d’appello di Algeri ha confermato lo scioglimento della società editrice Interface Médias, determinando così la fine delle pubblicazioni di Radio M, uno degli ultimi media indipendenti del paese.

Ihsane El Kadi ha ringraziato tutte le persone che lo hanno supportato durante la sua detenzione con un discorso pubblicato il 4 novembre sul canale YouTube di Radio M.

L’indulto è stato formalizzato il 31 ottobre con la firma di due decreti da parte del presidente Tebboune. I decreti presidenziali hanno concesso la grazia a oltre 4mila detenuti condannati in appello per cause di diritto comune e di disturbo dell’ordine pubblico. Secondo Le Point, sarebbero stati liberati una ventina di detenuti d’opinione.

Il difensore dei diritti umani

Tra questi, il difensore dei diritti umani Mohamed Tadjadit. Conosciuto come “il poeta dell’Hirak”, il trentenne è stato imprigionato dal 2019 a oggi ben 5 volte per aver supportato il movimento per un’Algeria libera e democratica, e per aver, in generale, fatto sempre valere la sua libertà di espressione. Le critiche al governo avrebbero motivato l’arresto del 29 gennaio scorso, mentre la sua detenzione ha poggiato sulle accuse di “apologia di terrorismo” e “utilizzo di tecnologie della comunicazione per supportare […] organizzazioni terroristiche”. Accuse legate a delle conversazioni intrattenute via Messenger con membri del movimento islamista Rachad, classificato come “organizzazione terroristica” dal regime algerino.

L’attivista ambientalista

La grazia presidenziale ha raggiunto anche Mohad Gasmi, un attivista ambientalista della provincia meridionale di Adrar. Figura attiva dell’Hirak, Gasmi faceva parte del Comité National pour la Défense des Droits des Chômeurs (Cnddc), un movimento di disoccupati molto attivo nel sud del paese, che si batte per la ridistribuzione equa della ricchezza, per la creazione di posti di lavoro e per la tutela dei diritti socioeconomici.

A questi scopi, Gasmi unì quelli del Movimento contro il gas di scisto, del quale divenne membro nel 2015, per opporsi all’attività delle multinazionali energetiche Total e Halliburton, impegnate nelle perforazioni profonde (fracking) per ottenere — appunto — lo shale gas. Una pratica molto discussa a livello globale per gli impatti inquinanti sulle risorse naturali e che può arrivare a peggiorare gli effetti del cambiamento climatico in Algeria.

Gasmi è stato incarcerato nel 2020 con l’accusa di “esaltazione del terrorismo”, ai sensi del controverso e tanto criticato articolo 87bis del codice penale portante una definizione vaga di “terrorismo”.  Trascorre 16 mesi in custodia cautelare per poi essere condannato il 17 ottobre 2021 a 5 anni di carcere, ridotti poi in appello a 3.

Gli altri detenuti eccellenti rilasciati

Oltre a questi volti più noti, le cui storie sono rimbalzate negli anni sui media, il giorno della commemorazione della rivoluzione algerina ha visto il rilascio – anche se non per grazia presidenziale – dei giornalisti Omar Ferhat e Sofiane Ghirous, direttore e caporedattore di Algerie Scoop. E poi: Athmane Mohamed, Samir Khentouche, Lalaoui Mohamed, Saadi Ahmed, Sofiane Rebai e Aidouni Massinissa.

Il Fronte delle Forze sociali (Ffs) ha commentato la notizia, ritenendo che queste misure siano «un buon gesto e un passo verso la giusta strada per instaurare un clima di calma, ricostruire la fiducia tra società e istituzioni statali, e aprire la strada del dialogo nazionale e globale».

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