Il governo del Sudafrica ha dichiarato che non fornirà assistenza a un gruppo di minatori illegali intrappolati da circa un mese in una miniera abbandonata a Stilfontein, nella provincia di North West, neanche 150 chilometri da Johannesburg. Questa decisione rientra in una strategia dell’esecutivo che mira a bloccare l’estrazione mineraria non legale. L’obiettivo è spingere i minatori a tornare in superficie così da poterli arrestare.
L’operazione, denominata in lingua zulu “Vala Umgodi” (Chiudi il Buco), condotta congiuntamente dal Servizio di polizia sudafricano (SAPS) e dalla Forza di difesa nazionale sudafricana (SANDF), ha portato finora all’arresto di numerosi minatori illegali nella zona. Secondo le stime delle autorità, sottoterra a Stilfontein si troverebbero fra 300 e 450; non mancano le testimonianze che indicano invece che i minatori informali sarebbero addirittura fino a 4mila. La polizia ha sigillato gli accessi della miniera utilizzati per il trasporto di beni di prima necessità.
Miniere abbandonate
Negli ultimi anni, la chiusura di numerosi siti minerari ha spinto ex minatori e migranti illegali, provenienti dai paesi vicini, a praticare l’estrazione illecita per poter sopravvivere. Queste persone, note gergalmente come “zama zama”, che in zulu significa “prendere un rischio”, scavano in miniere abbandonate per estrarre oro destinato al mercato nero. Spesso restano sottoterra per mesi, sostenendosi attraverso una rete clandestina di rifornimenti di cibo e beni essenziali.
Decisione dall’alto
La ministra per la presidenza, Khumbudzo Ntshavheni,, ha escluso qualsiasi forma di assistenza ai “zama zama”, ritenuti responsabili di atti criminali dal governo. «Non invieremo aiuti ai criminali. Non li abbiamo mandati noi lì, e non è nostro compito aiutarli» ha dichiarato la dirigente, ribadendo l’intenzione del governo di costringerli a uscire.
Da parte sua la portavoce della polizia nazionale, Athlenda Mathe, ha precisato che né poliziotti né soldati scenderanno nelle miniere abbandonate a causa degli elevati rischi per la loro incolumitò. Secondo Mathe, «le condizioni sottoterra sono insostenibili: ci sono gas pericolosi mentre prevediamo che i minatori siano pesantemente armati».
Sequestri e arresti
Dal dicembre scorso, le operazioni contro l’estrazione mineraria illegale hanno portato al sequestro di 369 armi da fuoco e 10mila munizioni, oltre 5 milioni di rand (circa 275mila dollari) in contanti e diamanti grezzi per un valore stimato di 32 milioni di rand (circa 1,75 milioni di dollari). Ad oggi, 1173 persone coinvolte nell’estrazione illegale a Stilfontein sono emerse e sono poi state arrestate.
Nelle ultime ore la popolazione locale ha intensificato il suo supporto ai minatori, ritenuti rei solo di aver cercato una forma di sostentamento per far fronte alla povertà. Diverse decine di volontari hanno fatto ingresso nel perimetro del sito abbandonato per portare supporto.
Mentre il governo del Sudafrica ribadisce il suo impegno nella lotta all’estrazione illegale, opposizioni, famiglie dei minatori illegali e organizzazioni per i diritti umani hanno criticato il metodo adottato, accusando Pretoria di una preoccupante indifferenza verso le vite dei minatori. Secondo queste organizzazioni, l’abbandono di pozzi minerari da parte delle aziende del settore, senza un’adeguata messa in sicurezza, ha contribuito all’emergere questa crisi, aggravata dalla mancanza della presenza del governo. L’estrazione illegale rimane una pratica diffusa in tutto il Sudafrica, specialmente nelle miniere aurifere dismesse. Il governo, sottoposto a pressioni interne ed esterne, sembra determinato a proseguire con operazioni mirate per debellare questa attività.